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martedì 14 aprile 2020

IL POETA DEI GRANDI E DEI BAMBINI

Oggi moriva, 40 anni fa, il poeta GIANNI RODARI (Gianni Rodari, all'anagrafe Giovanni Rodari (Omegna23 ottobre 1920 – Roma14 aprile 1980), è stato uno scrittorepedagogistagiornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l'infanzia e tradotto in molte lingue. Unico vincitore italiano del prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema "fantastico" nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell'arte di inventare storie. Fonte Wikipedia) e in questo stesso anno ricorrono i 100 anni dalla sua nascita.Gianni Rodari: le sue favole e filastrocche antidoto al Coronavirus Ho studiato molto RODARI e ho imparato a memoria svariate sue poesie, alle elementari, grazie alla mia illuminata e bravissima maestra, Mimmina Di Iorio, o Gelsomina Gamberale. Ricordo che a quei tempi gli altri bambini imparavano vecchie poesie, forse più tradizionali, classiche, ma la mia maestra era "avanti", apprezzava quel genio innovatore e contemporaneo  che era R. e lo fece conoscere anche a noi, alunni degli anni "70. 
Risultati immagini per rodari poesie
Gianni Rodari venne riconosciuto in vita un genio che sapeva guardare al mondo con gli occhi di bambino, con spirito di accettazione verso le cose negative, ma con spirito critico sveglio e acuto sebbene espresso con ironia. Ha scritto decine di poesie, di filastrocche e di fiabe, nonchè articoli di giornale perchè il maestro era giornalista, ispirato per le prime da grande spirito di immaginazione, da fervida fantasia. Quando nel 1970 vinse il prestigioso Rremio Andersen,  riconoscimento internazionale per la letteratura per ragazzi, unico italiano ad averlo vinto,  spiegò cosa fosse la fantasia:
"Si può parlare degli uomini anche parlando di gatti e si può parlare di cose serie e importanti anche raccontando fiabe allegre. Facciamo il caso del signor Isacco Newton. Ora una volta, se è vero quello che raccontano, stava seduto sotto un albero di mele e gli cadde una mela in testa. Un altro al suo posto, avrebbe detto quattro parole poco gentili e si sarebbe cercato un altro albero per stare all’ombra. Invece il signor Newton comincia a domandarsi: e perché quella mela è caduta all’ingiù? Come mai non è volata all’insù? Come mai non è caduta a destra o a sinistra, ma proprio in basso? Quale forza misteriosa l’attira in basso? Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un vero scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora e scoprirle, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo."
Qualche sua parola, una fiaba o un suo verso, 
possono essere la lettura adatta in questo momento controverso. 
Se io avessi una botteguccia, fatta di una sola stanza, vorrei mettermi a vendere, sai cosa? La speranza. “Speranza a buon mercato!” Per un soldo ne darei, ad un solo cliente, quanto basta per sei. E alla povera gente, che non ha  da campare, darei tutta la mia speranza, senza fargliela pagare!
Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da far di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.

L'ho amato così tanto che mi ha ispirato, tant'è che anni fa scrissi anch'io una piccola raccolta di filastrocche, FILASTROCCHE PER UN ANNO


VIVA L’ITALIA
In occasione del 150° anniversario dell’Unità  




Evviva l’Italia, per sempre unita,
per Te tanti prodi  hanno perso la vita.
Evviva l’Italia e il suo Tricolore,
il rosso è la fiamma del nostro ardore,
il bianco è il candore,
                               il verde è la speme
di crescere ancora, di crescere insieme
Da sempre racchiusa in uguali confini,
le Alpi ed i Mari, contro altri destini
DividerTi in pezzi, ora o in passato,
è come smembrare un corpo amato
Unita la lingua, prima dello Stato
Uno il sentimento, una la cultura,
assoluta l’arte,  sfolgorante la natura
Sei  il Bel Paese da Petrarca a noi.
Patria di geni, naviganti ed eroi,
creatori del bello,  perché nel bello nati e vissuti,
una Terra, un popolo di uomini arguti.
Stringiamoci ancora in un bel girotondo,
stringiamoci a coorte, ombelico del mondo.
C’è l’Europa unita, la globalizzazione,
ma niente è possibile senza Nazione!

Venafro, 10-17  marzo 2011



Perchè in questo periodo più che mai ci vuole un po' di patriottismo.



ILLUSTRAZIONI AL LIBRO DI GIANNA MARIA SCARABEO








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