Mi incuriosisce molto sapere come si comportano negli altri Paesi per contrastare il diffondersi della pandemia. Molte cose le conosciamo da giornali e televisione, ma mi sembra interessante sapere di più da privati cittadini e capire come reagiscono le persone.
Noi italiani abbiamo un carattere particolare, sicuramente variegato da nord a sud, ma soprattutto mediterraneo, sociale, rivolto all'incontro.
I tedeschi, sì sa, sono conosciuti per il loro rigore, per la precisione e il rispetto delle regole. I francesi per lo spirito alto e ribelle, se necessario. Certo, non si può ragionare per generalizzazioni, ma i tratti comuni di un popolo ci sono e sono veritieri, indicativi.
Per capire di più ho chiesto ai miei contatti in giro nel mondo quali fossero le misure adottate dai rispettivi governi.
Ho chiesto a Rosa, Ivana, Carmela, Erika. Le prime tre sono italiane che hanno dovuto lasciare il Bel Paese alla ricerca di migliori opportunità. Erika è tedesca.
...Veniamo alla Francia adesso. Ho chiesto notizie ad Ivana.
...Veniamo alla Francia adesso. Ho chiesto notizie ad Ivana.
Ivana è una dottoressa in Psicologia, calabrese di origine, che dopo il dottorato,
ha lavorato a Roma e in Germania, ha vissuto a Venafro, dove l'ho conosciuta, e ha lavorato alla Neuromed di Pozzilli come ricercatrice del Parco Tecnologico. Da qualche anno si è trasferita a Parigi, dove lavora all'Università come ricercatrice. Ivana è dolcissima, è una viaggiatrice instancabile, una blogger (I MATTINIERI DEL LUNEDI, SOLOCOSEBELLE) e una scrittrice (adesso sta lavorando a una trilogia fantasy) amante dei gatti,
come me. Ecco cosa mi dice:
"Ciao Giudi, ecco un po’ di info dalla Francia...
Qui il lockdown è iniziato il 17 marzo e finirà l’11 maggio. In questa fase non abbiamo avuto notevoli differenze con l’Italia. Tutto chiuso, massiccio utilizzo del telelavoro e possibilità di uscire entro 1km da casa per un’ora per spesa o attività fisica (dalle 7 alle 9 e dalle 19 alle 21) con autocertificazione stampata o in formato digitale validato dalla questura). Per motivi di salute e lavoro c’è la possibilità di andare più lontano, ma insieme all’autocertificazione c’è anche un modulo giustificativo rilasciato dal datore di lavoro. In questo primo periodo i francesi hanno risposto mediamente bene rispettando le regole soprattutto nei quartieri più centrali che si sono letteralmente svuotati. I “ribelli” si trovano prevalentemente nelle aree più residenziali e/o periferici. Da quanto visto nel mio quartiere (Parigi centro) i controlli ci sono, inclusa la ronda delle gendarmerie a cavallo tutte le mattine. Dall’11 maggio inizierà la fase 2 fino si primi di giugno, preparatoria alla fase 3. Aperti negozi, parrucchieri, centri estetici, piccoli cinema, teatri e musei (ma sempre con il rispetto della distanza di sicurezza e l’uso delle mascherine). Aprono anche asili e scuole elementari, ma su base volontaria. Licei, scuole medie e università forse più avanti in base alla situazione. Si andrà avanti dove possibile con il telelavoro e l’uso dei mezzi pubblici (con metodi di distanziamento sociale) sarà dato in precedenza a lavoratori o per spostamenti necessari. Non sarà più obbligatoria l’autocertificazione entro una distanza di 100km dalla residenza. L’obbiettivo in questa fase 2 sarà monitorare la curva dei contagi provando a mantenerla entro limiti specifici e in base a questo programmare la fase 3 con possibile riapertura di bar, ristoranti e attrazioni turistiche. Si procederà anche a classificare ogni dipartimento (equivalente grossomodo alle province italiane), in zone verdi o rosse a seconda del numero dei contagi e riadattare le direttive di conseguenza. Chiusi per ora anche parchi e giardini. Il primo ministro e il presidente non escludono un ritorno a restrizioni più aspre qualora la curva dei contagi dovesse riaumentare in queste tre settimane.
I francesi sono un po’ come gli italiani...a seconda della zona ci sono quelli più diligenti o i rivoluzionari che già da questa settimana hanno promosso campagne autonome di “sconfinamento”. Invece sta funzionando molto bene la strategia del telelavoro, tante aziende si sono attivate per garantirlo anche nei mesi successivi a giugno se fosse necessario o a utilizzarlo in futuro come metodo di lavoro alternativo.
Questa è in generale la situazione in Francia."
Grazie Ivana, precisa e puntualissima!
ha lavorato a Roma e in Germania, ha vissuto a Venafro, dove l'ho conosciuta, e ha lavorato alla Neuromed di Pozzilli come ricercatrice del Parco Tecnologico. Da qualche anno si è trasferita a Parigi, dove lavora all'Università come ricercatrice. Ivana è dolcissima, è una viaggiatrice instancabile, una blogger (I MATTINIERI DEL LUNEDI, SOLOCOSEBELLE) e una scrittrice (adesso sta lavorando a una trilogia fantasy) amante dei gatti,
come me. Ecco cosa mi dice:
"Ciao Giudi, ecco un po’ di info dalla Francia...
Qui il lockdown è iniziato il 17 marzo e finirà l’11 maggio. In questa fase non abbiamo avuto notevoli differenze con l’Italia. Tutto chiuso, massiccio utilizzo del telelavoro e possibilità di uscire entro 1km da casa per un’ora per spesa o attività fisica (dalle 7 alle 9 e dalle 19 alle 21) con autocertificazione stampata o in formato digitale validato dalla questura). Per motivi di salute e lavoro c’è la possibilità di andare più lontano, ma insieme all’autocertificazione c’è anche un modulo giustificativo rilasciato dal datore di lavoro. In questo primo periodo i francesi hanno risposto mediamente bene rispettando le regole soprattutto nei quartieri più centrali che si sono letteralmente svuotati. I “ribelli” si trovano prevalentemente nelle aree più residenziali e/o periferici. Da quanto visto nel mio quartiere (Parigi centro) i controlli ci sono, inclusa la ronda delle gendarmerie a cavallo tutte le mattine. Dall’11 maggio inizierà la fase 2 fino si primi di giugno, preparatoria alla fase 3. Aperti negozi, parrucchieri, centri estetici, piccoli cinema, teatri e musei (ma sempre con il rispetto della distanza di sicurezza e l’uso delle mascherine). Aprono anche asili e scuole elementari, ma su base volontaria. Licei, scuole medie e università forse più avanti in base alla situazione. Si andrà avanti dove possibile con il telelavoro e l’uso dei mezzi pubblici (con metodi di distanziamento sociale) sarà dato in precedenza a lavoratori o per spostamenti necessari. Non sarà più obbligatoria l’autocertificazione entro una distanza di 100km dalla residenza. L’obbiettivo in questa fase 2 sarà monitorare la curva dei contagi provando a mantenerla entro limiti specifici e in base a questo programmare la fase 3 con possibile riapertura di bar, ristoranti e attrazioni turistiche. Si procederà anche a classificare ogni dipartimento (equivalente grossomodo alle province italiane), in zone verdi o rosse a seconda del numero dei contagi e riadattare le direttive di conseguenza. Chiusi per ora anche parchi e giardini. Il primo ministro e il presidente non escludono un ritorno a restrizioni più aspre qualora la curva dei contagi dovesse riaumentare in queste tre settimane.
I francesi sono un po’ come gli italiani...a seconda della zona ci sono quelli più diligenti o i rivoluzionari che già da questa settimana hanno promosso campagne autonome di “sconfinamento”. Invece sta funzionando molto bene la strategia del telelavoro, tante aziende si sono attivate per garantirlo anche nei mesi successivi a giugno se fosse necessario o a utilizzarlo in futuro come metodo di lavoro alternativo.
Questa è in generale la situazione in Francia."
Grazie Ivana, precisa e puntualissima!
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