mi ha fatto dono di una accurata recenzione di PETALI e zanzare e di una intervista pubblicate su
Le ripropongo qui tal quali. Grazie Giorgia!
PETALI e zanzare di GIUDITTA DI CRISTINZI: piccoli inni alla vita
L’incedere del tempo, l’intimità domestica, l’amore coniugale, la cura filiale… temi di una semplicità disarmante, resi con grazia e stupore: questo è il dono che Giuditta Di Cristinzi restituisce alla vita in sillabe poetiche.
“PETALI e zanzare”, di Planet Book Edizioni, è l’ultima raccolta poetica dell’autrice di Venafro, che compie una svolta all’interno dopo l’estroflessione della silloge “Strage d’anime” (2017), in cui i versi erano testimoni compassionevoli della cronaca contemporanea, come ben ci fa notare il filosofo Francesco Giampietri nell’ottima prefazione.
Qui la poetessa indaga il suo io, ricontattandolo nel gesto quotidiano, nei ruoli assunti, negli attimi vissuti e negli attimi mancati:
“ (…)
Cercavo di prepararmi alla vita
E invece la vita era quella
Che inesorabilmente sfuggiva
E lui, saggio, lo disse”
La poesia è credibile, dimora solida e accogliente di un’esistenza che fa i conti con se stessa. Il sentimento trabocca nello sguardo di chi scruta nella bellezza di giornate accolte come un dono. L’autrice abbozza bilanci, gioca con l’amore: di donna, di figlia e di madre. E osserva la sua di madre, nel lento trasmutare del tempo in vecchiaia, con i ricordi raccontati con gratitudine e la paura del distacco esorcizzata dalla sacralità di una devozione permanente.
L’occhio si posa su fugaci dettagli, come le Madeleine de Proust, l’oggetto più ordinario risuona come un’espediente di autoanalisi:
“ (…)
Un piatto di pasta, sempre scotta
Da inforcare con le posate
Di plastica bianca
bianca come vorrei fosse la mia anima
Un’anima da purgare”
Quindi una riflessione sul senso di salvezza, suo come di ognuno di noi. Quando nella storia di ciascun essere umano all’improvviso arriva il mare a benedirci:
“Il mare mi cala nell’anima
visione d’infinto
e redenzione”
Raggiungiamo telefonicamente Giuditta Di Cristinzi per farci raccontare da lei la sua esperienza d’autrice.
- Salve Giuditta, partiamo da te. Sei avvocato e giudice onorario presso il Tribunale di Cassino, hai alle tue spalle ben 6 raccolte di poesie, una di filastrocche per bambini, una di racconti e un giallo. Sei madre di tre figli maschi. In che modo la scrittura fluisce e influisce in una vita così piena?
La scrittura mi accompagna fedele, in un contesto che muta. E’ sfogo, è riflessione, è urgenza, è bisogno quotidiano per me, come l’aria e il cibo, come i sentimenti e i contatti umani.
- Come nasce PETALI e zanzare e perché questo titolo?
Ogni mia raccolta di poesie, anche tra uno scritto di prosa e l’altro, nasce immediatamente, appena la precedente termina. Così ho iniziato a scrivere per PETALI subito dopo Strage. L’ho intitolata PETALI, in maniera provvisoria, pensando ai petali dei fiori, progettando di aggiungerne una dopo l’altra, in maniera spontanea. Poi nella mia vita, come in quella di tutti, sono arrivati dei dolori, delle delusioni, delle sofferenze che ho paragonato alle punture fastidiose delle zanzare, anche se ovviamente sono state molto più forti e hanno avuto bisogno un lungo processo di metabolizzazione.
- C’è una tua opera a cui sei più affezionata di altre?
Sì, sono affezionata alla mia prima silloge, POESIE, quella in cui ho timidamente raccolto i miei primi versi giovanili, intimi, acerbi, sofferti, che ho dato alle stampe quasi 10 anni dopo e non senza fatica e trauma, il trauma di rendere pubblico, per la prima volta, ciò che è più intimo e privato. E poi il mio giallo. L’ho adorato, il primo scritto in prosa, dopo i racconti, LA VITA E’ CAOS, di più lungo respiro. Ho faticato a trovare la mia voce e quando ho creduto di averla trovata, ho dovuto faticare ancora per scrivere qualcosa di organizzato, compiuto, lungo, uno scritto che ha richiesto metodo e applicazione quotidiana, cosa cui non sono avvezza e che, confesso, mi risulta difficile.
- E l’opera di altri a cui sei più affezionata?
Tante belle cose. Superlativo DELITTO E CASTIGO, che ti tiene avvinto fino alla fine, doloroso, emozionante, magistrale. Ma anche IL CARDELLINO di Donna Tartt, e altro ancora.
- Sei spesso impegnata in progetti culturali. Vuoi raccontarci alcune esperienze?
Ho partecipato vivamente e con gioia a EtCetera Cultura e Società e adesso a Venus Verticordia, progetti culturali che ho condiviso col filosofo Francesco Giampietri, prefatore dell’ultima opera, recentemente e prematuramente scomparso. Insieme ad altri appassionati amici, abbiamo organizzato molti eventi come FEMMINILE PLURALE, LA NOTTE DELLA POESIA, IL FESTIVAL DELLE CONTAMINAZIONI di varie arti. Abbiamo ospitato nella nostra piccola città grandi personalità della letteratura contemporanea. Poi sono stata “cacciatrice di cultura” per GEArtis, una bella realtà tutta al femminile; mi è stato chiesto dalla INNER WHEELER di presentare libri e autrici. Infine, ho organizzato un premio letterario in 7 sezioni, intitolato alla memoria di mio padre Alessandro, culminato in una bella cerimonia di premiazione che si è tenuta l’anno scorso a Venafro nel centesimo anniversario della sua nascita.
- Prossimi impegni narrativi?
Molte cose. Intanto, appena chiusa PETALI, ho continuato a scrivere versi in MOMENTI D’ESSERE. Credo di aver scritto già una quarantina di componimenti. Poi sto lavorando a un romanzo che, per il momento, si chiama E IN MEZZO L’EQUATORE, sto compilando una raccolta di proverbi, di cui molti dialettali, testimonianza di una saggezza antica cui sono affezionata e grata, sto scrivendo dei racconti gialli (Tragedia greca con il mio Ispettore Costa e Coranovirus). Ho nel cassetto una spy story e una sorta di libro epistolare, 100 e una lettera d’amore. Insomma tante cose. Spero solo di avere tempo e costanza per portare a temine tutto quanto. I prosaici impegni della vita quotidiana e il mio caratterino sono i miei nemici. Chi la spunterà?
- Per concludere…
Per concludere innanzitutto voglio ringraziarti per il tempo e l’attenzione che ha voluto dedicarmi e per la bellissima introduzione che è una recensione curata e sottile, e un’interpretazione acuta e azzeccata dei miei versi, peraltro sempre molto spontanei, non costruiti sugli orditi antichi di metrica e rime, se non per citazioni. Per il resto, viva la scrittura. Io spero di continuare così a lungo e anche di più!
Grazie e in bocca al lupo per la tua carriera!
Giorgia Sbuelz
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