Mi incuriosisce molto sapere come si comportano negli altri Paesi per contrastare il diffondersi della pandemia. Molte cose le conosciamo da giornali e televisione, ma mi sembra interessante sapere di più da privati cittadini e capire come reagiscono le persone.
Noi italiani abbiamo un carattere particolare, sicuramente variegato da nord a sud, ma soprattutto mediterraneo, sociale, rivolto all'incontro.
I tedeschi, sì sa, sono conosciuti per il loro rigore, per la precisione e il rispetto delle regole. I francesi per lo spirito alto e ribelle, se necessario. Certo, non si può ragionare per generalizzazioni, ma i tratti comuni di un popolo ci sono e sono veritieri, indicativi.
Per capire di più ho chiesto ai miei contatti in giro nel mondo quali fossero le misure adottate dai rispettivi governi.
Ho chiesto a Rosa, Ivana, Carmela, Erika. Le prime tre sono italiane che hanno dovuto lasciare il Bel Paese alla ricerca di migliori opportunità. Erika è tedesca.
Rosa Parisi è la mia "nipotina", seconda figlia di Adriana, ormai quantenne, campana di origine, brillantemente laureata in Scienze Statistiche all'Università di Bologna, vive da anni in Gran Bretagna, è sposata con Andrea, un farmacista italiano, ha un bambino, Luca, biondissimo come un nordico vero, e fa la ricercatrice all'Università di Manchester dove vive.
Mi ha detto che le linee guida del Governo prevedono che si possa uscire solo per comprare da mangiare, per motivi di salute e per lavorare, ma solo se non si può lavorare da casa; non sono obbligatori mascherine e guanti, anche se alcuni li indossano, bisogna rispettare la distanza di due metri gli uni dagli altri, si può uscire per fare sport all'aria aperta da soli o con membri della propria famiglia una volta al giorno, scuole e università sono chiuse, quindi Luca e Rosa sono a casa ed è lei che deve fare lezione al figlio secondo le indicazioni e i compiti assegnati dall'insegnante. Gli unici lavoratori che escono di casa sono per lo più medici, infermieri, operatori sanitari, farmacisti, dipendenti di case di cura.
In effetti, nonostante le restrizioni, le persone in giro ci sono, ci sono controlli ma non troppi, non stringenti come in Italia e non vi è bisogno di autocertificazione. Queste misure sono andate in vigore dal 23 marzo. Il fatto che le persone possano liberamente uscire una volta al giorno per fare sport determina il movimento presente nelle strade.
Come si fa a sapere se una persona esce effettivamente per fare jogging una sola volta al giorno o più di una? La cautela e il rispetto delle regole sono lasciate alla coscienziosità del singolo.
Veniamo alla Francia adesso. Ho chiesto notizie ad Ivana.
Ivana è una dottoressa in Psicologia, calabrese di origine, che dopo il dottorato, ha lavorato a Roma e in Germania, ha vissuto a Venafro, dove l'ho conosciuta, e ha lavorato alla Neuromed di Pozzilli come ricercatrice del Parco Tecnologico. Da qualche anno si è trasferita a Parigi, dove lavora all'Università come ricercatrice. Ivana è dolcissima, è una viaggiatrice intancabile, una blogger (I MATTINIERI DEL LUNEDI, SOLOCOSEBELLE) e una scrittrice (adesso sta lavorando a una trilogia fantasy) amante dei gatti, come me. (Attendo report). ...
E adesso parliamo un po' tedesco con Erika.
Erika è una mia amica a distanza, con la quale corrispondo da un po' su Linkedin. Economista, general manager in un'azienda alimentare e scrittrice di fiabe per bambini, vive a Dortmund.
Erika mi dice che in Germania le misure non sono state troppo severe come da noi, le scuole sono rimaste aperte così come la maggior parte dei negozi, anche se devono rispettare il distanziamento sociale e quindi si creano file. I tedeschi possono muoversi liberamente anche se bar e ristoranti sono chiusi. Da ieri è stato introdotto l'obbligo delle mascherine, sembra infatti che gli ultimi rilievi non siano troppo incoraggianti. La sanità pubblica, già ben funzionante è stata potenziata e con successo visto il basso indice di mortalità.
Inutile dire che le misure restrittive sono state accettate dai tedeschi in maniera disciplinata e rigorosa, anche se sono state annullate alcune manifestazioni importanti come la Fiera Internazionale del Turismo nella capitale e la Festa della Birra a Monaco di Baviera.
Dopo aver chiesto alle amiche "europee", ho fatto un volo oltreoceano e ho indagato in CANADA, chiedendo alla mia amica Carmela, con la quale passo bei momenti al mare, d'estate, a Scauri.
Carmela Ciano in Riccardelli è un'imprentrice in pensione, calabrese di origine, naturalizzata canadese. Vive da decenni a Toronto con la famiglia, dove ha fondato con il brillantissimo marito Joe (Giuseppe Riccardelli) due compagnie (company, dicono loro, in italiano società) di successo nei settori elettrico e edile, per appalti pubblici e privati. (Joe e Carmela
Ebbene, in Canada sono ancora nella fase 1, hanno cercato di controllare e comprimere con decisione la curva del contagio. Lo stato è federale ma ogni singola provincia ha potuto adottare proprie misure sanitarie e sociali. Le frontiere sono state chiuse, può intervenire la polizia per assicurare il rispetto delle direttive, le autorità hanno dato comunicazioni tempestive, quotidiane e trasparenti sul diffondersi della pandemia. Non subito, come da noi, ma più tardi e per necessità è stato disposto il lockdown: tutti i negozi sono chiusi, tranne alimentari e farmacie, nei negozi ci sono a terra strisce come distanziatori e si formano file al di fuori, i giardini pubblici sono chiusi, i viaggi sono limitatissimi. Non vi è il sistema di tracciamento con app per motivi di privacy (in Canada sarebbe inconcepibile), è stata rafforzata la sanità pubblica con il richiamo al lavoro di medici e infermieri in pensione; le case di riposo per anziani sono state isolate; molti e pervasivi sono stati i divieti disposti per gli anziani che vivono da soli in casa, per proteggerli: non possono uscire e ricevono tutto a casa; scuole e aziende sono chiuse, come pure i vari luoghi pubblici; l'insegnamento è solo on line per ogni ordine e grado; le pay tv sono divenute gratuite per tutti, per rendere più accettabile lo stare in casa. Chi trasgredisce le misure di sicurezza riceve multe salatissime.
Un paese civilissimo dunque, tanto da far desiderare la decantata casetta in Canada.
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