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martedì 28 aprile 2020
GIUDITTA DI CRISTINZI: PANDEMIA, LE MISURE NEL MONDO 2
GIUDITTA DI CRISTINZI: PANDEMIA, LE MISURE NEL MONDO 2: Mi incuriosisce molto sapere come si comportano negli altri Paesi per contrastare il diffondersi della pandemia . Molte cose le conoscia...
PANDEMIA, LE MISURE NEL MONDO 2
Mi incuriosisce molto sapere come si comportano negli altri Paesi per contrastare il diffondersi della pandemia. Molte cose le conosciamo da giornali e televisione, ma mi sembra interessante sapere di più da privati cittadini e capire come reagiscono le persone.
Noi italiani abbiamo un carattere particolare, sicuramente variegato da nord a sud, ma soprattutto mediterraneo, sociale, rivolto all'incontro.
I tedeschi, sì sa, sono conosciuti per il loro rigore, per la precisione e il rispetto delle regole. I francesi per lo spirito alto e ribelle, se necessario. Certo, non si può ragionare per generalizzazioni, ma i tratti comuni di un popolo ci sono e sono veritieri, indicativi.
Per capire di più ho chiesto ai miei contatti in giro nel mondo quali fossero le misure adottate dai rispettivi governi.
Ho chiesto a Rosa, Ivana, Carmela, Erika. Le prime tre sono italiane che hanno dovuto lasciare il Bel Paese alla ricerca di migliori opportunità. Erika è tedesca.
...Veniamo alla Francia adesso. Ho chiesto notizie ad Ivana.
...Veniamo alla Francia adesso. Ho chiesto notizie ad Ivana.
Ivana è una dottoressa in Psicologia, calabrese di origine, che dopo il dottorato,
ha lavorato a Roma e in Germania, ha vissuto a Venafro, dove l'ho conosciuta, e ha lavorato alla Neuromed di Pozzilli come ricercatrice del Parco Tecnologico. Da qualche anno si è trasferita a Parigi, dove lavora all'Università come ricercatrice. Ivana è dolcissima, è una viaggiatrice instancabile, una blogger (I MATTINIERI DEL LUNEDI, SOLOCOSEBELLE) e una scrittrice (adesso sta lavorando a una trilogia fantasy) amante dei gatti,
come me. Ecco cosa mi dice:
"Ciao Giudi, ecco un po’ di info dalla Francia...
Qui il lockdown è iniziato il 17 marzo e finirà l’11 maggio. In questa fase non abbiamo avuto notevoli differenze con l’Italia. Tutto chiuso, massiccio utilizzo del telelavoro e possibilità di uscire entro 1km da casa per un’ora per spesa o attività fisica (dalle 7 alle 9 e dalle 19 alle 21) con autocertificazione stampata o in formato digitale validato dalla questura). Per motivi di salute e lavoro c’è la possibilità di andare più lontano, ma insieme all’autocertificazione c’è anche un modulo giustificativo rilasciato dal datore di lavoro. In questo primo periodo i francesi hanno risposto mediamente bene rispettando le regole soprattutto nei quartieri più centrali che si sono letteralmente svuotati. I “ribelli” si trovano prevalentemente nelle aree più residenziali e/o periferici. Da quanto visto nel mio quartiere (Parigi centro) i controlli ci sono, inclusa la ronda delle gendarmerie a cavallo tutte le mattine. Dall’11 maggio inizierà la fase 2 fino si primi di giugno, preparatoria alla fase 3. Aperti negozi, parrucchieri, centri estetici, piccoli cinema, teatri e musei (ma sempre con il rispetto della distanza di sicurezza e l’uso delle mascherine). Aprono anche asili e scuole elementari, ma su base volontaria. Licei, scuole medie e università forse più avanti in base alla situazione. Si andrà avanti dove possibile con il telelavoro e l’uso dei mezzi pubblici (con metodi di distanziamento sociale) sarà dato in precedenza a lavoratori o per spostamenti necessari. Non sarà più obbligatoria l’autocertificazione entro una distanza di 100km dalla residenza. L’obbiettivo in questa fase 2 sarà monitorare la curva dei contagi provando a mantenerla entro limiti specifici e in base a questo programmare la fase 3 con possibile riapertura di bar, ristoranti e attrazioni turistiche. Si procederà anche a classificare ogni dipartimento (equivalente grossomodo alle province italiane), in zone verdi o rosse a seconda del numero dei contagi e riadattare le direttive di conseguenza. Chiusi per ora anche parchi e giardini. Il primo ministro e il presidente non escludono un ritorno a restrizioni più aspre qualora la curva dei contagi dovesse riaumentare in queste tre settimane.
I francesi sono un po’ come gli italiani...a seconda della zona ci sono quelli più diligenti o i rivoluzionari che già da questa settimana hanno promosso campagne autonome di “sconfinamento”. Invece sta funzionando molto bene la strategia del telelavoro, tante aziende si sono attivate per garantirlo anche nei mesi successivi a giugno se fosse necessario o a utilizzarlo in futuro come metodo di lavoro alternativo.
Questa è in generale la situazione in Francia."
Grazie Ivana, precisa e puntualissima!
ha lavorato a Roma e in Germania, ha vissuto a Venafro, dove l'ho conosciuta, e ha lavorato alla Neuromed di Pozzilli come ricercatrice del Parco Tecnologico. Da qualche anno si è trasferita a Parigi, dove lavora all'Università come ricercatrice. Ivana è dolcissima, è una viaggiatrice instancabile, una blogger (I MATTINIERI DEL LUNEDI, SOLOCOSEBELLE) e una scrittrice (adesso sta lavorando a una trilogia fantasy) amante dei gatti,
come me. Ecco cosa mi dice:
"Ciao Giudi, ecco un po’ di info dalla Francia...
Qui il lockdown è iniziato il 17 marzo e finirà l’11 maggio. In questa fase non abbiamo avuto notevoli differenze con l’Italia. Tutto chiuso, massiccio utilizzo del telelavoro e possibilità di uscire entro 1km da casa per un’ora per spesa o attività fisica (dalle 7 alle 9 e dalle 19 alle 21) con autocertificazione stampata o in formato digitale validato dalla questura). Per motivi di salute e lavoro c’è la possibilità di andare più lontano, ma insieme all’autocertificazione c’è anche un modulo giustificativo rilasciato dal datore di lavoro. In questo primo periodo i francesi hanno risposto mediamente bene rispettando le regole soprattutto nei quartieri più centrali che si sono letteralmente svuotati. I “ribelli” si trovano prevalentemente nelle aree più residenziali e/o periferici. Da quanto visto nel mio quartiere (Parigi centro) i controlli ci sono, inclusa la ronda delle gendarmerie a cavallo tutte le mattine. Dall’11 maggio inizierà la fase 2 fino si primi di giugno, preparatoria alla fase 3. Aperti negozi, parrucchieri, centri estetici, piccoli cinema, teatri e musei (ma sempre con il rispetto della distanza di sicurezza e l’uso delle mascherine). Aprono anche asili e scuole elementari, ma su base volontaria. Licei, scuole medie e università forse più avanti in base alla situazione. Si andrà avanti dove possibile con il telelavoro e l’uso dei mezzi pubblici (con metodi di distanziamento sociale) sarà dato in precedenza a lavoratori o per spostamenti necessari. Non sarà più obbligatoria l’autocertificazione entro una distanza di 100km dalla residenza. L’obbiettivo in questa fase 2 sarà monitorare la curva dei contagi provando a mantenerla entro limiti specifici e in base a questo programmare la fase 3 con possibile riapertura di bar, ristoranti e attrazioni turistiche. Si procederà anche a classificare ogni dipartimento (equivalente grossomodo alle province italiane), in zone verdi o rosse a seconda del numero dei contagi e riadattare le direttive di conseguenza. Chiusi per ora anche parchi e giardini. Il primo ministro e il presidente non escludono un ritorno a restrizioni più aspre qualora la curva dei contagi dovesse riaumentare in queste tre settimane.
I francesi sono un po’ come gli italiani...a seconda della zona ci sono quelli più diligenti o i rivoluzionari che già da questa settimana hanno promosso campagne autonome di “sconfinamento”. Invece sta funzionando molto bene la strategia del telelavoro, tante aziende si sono attivate per garantirlo anche nei mesi successivi a giugno se fosse necessario o a utilizzarlo in futuro come metodo di lavoro alternativo.
Questa è in generale la situazione in Francia."
Grazie Ivana, precisa e puntualissima!
PANDEMIA: LE MISURE IN ITALIA E NEL MONDO
Mi incuriosisce molto sapere come si comportano negli altri Paesi per contrastare il diffondersi della pandemia. Molte cose le conosciamo da giornali e televisione, ma mi sembra interessante sapere di più da privati cittadini e capire come reagiscono le persone.
Noi italiani abbiamo un carattere particolare, sicuramente variegato da nord a sud, ma soprattutto mediterraneo, sociale, rivolto all'incontro.
I tedeschi, sì sa, sono conosciuti per il loro rigore, per la precisione e il rispetto delle regole. I francesi per lo spirito alto e ribelle, se necessario. Certo, non si può ragionare per generalizzazioni, ma i tratti comuni di un popolo ci sono e sono veritieri, indicativi.
Per capire di più ho chiesto ai miei contatti in giro nel mondo quali fossero le misure adottate dai rispettivi governi.
Ho chiesto a Rosa, Ivana, Carmela, Erika. Le prime tre sono italiane che hanno dovuto lasciare il Bel Paese alla ricerca di migliori opportunità. Erika è tedesca.
Rosa Parisi è la mia "nipotina", seconda figlia di Adriana, ormai quantenne, campana di origine, brillantemente laureata in Scienze Statistiche all'Università di Bologna, vive da anni in Gran Bretagna, è sposata con Andrea, un farmacista italiano, ha un bambino, Luca, biondissimo come un nordico vero, e fa la ricercatrice all'Università di Manchester dove vive.
Mi ha detto che le linee guida del Governo prevedono che si possa uscire solo per comprare da mangiare, per motivi di salute e per lavorare, ma solo se non si può lavorare da casa; non sono obbligatori mascherine e guanti, anche se alcuni li indossano, bisogna rispettare la distanza di due metri gli uni dagli altri, si può uscire per fare sport all'aria aperta da soli o con membri della propria famiglia una volta al giorno, scuole e università sono chiuse, quindi Luca e Rosa sono a casa ed è lei che deve fare lezione al figlio secondo le indicazioni e i compiti assegnati dall'insegnante. Gli unici lavoratori che escono di casa sono per lo più medici, infermieri, operatori sanitari, farmacisti, dipendenti di case di cura.
In effetti, nonostante le restrizioni, le persone in giro ci sono, ci sono controlli ma non troppi, non stringenti come in Italia e non vi è bisogno di autocertificazione. Queste misure sono andate in vigore dal 23 marzo. Il fatto che le persone possano liberamente uscire una volta al giorno per fare sport determina il movimento presente nelle strade.
Come si fa a sapere se una persona esce effettivamente per fare jogging una sola volta al giorno o più di una? La cautela e il rispetto delle regole sono lasciate alla coscienziosità del singolo.
Veniamo alla Francia adesso. Ho chiesto notizie ad Ivana.
Ivana è una dottoressa in Psicologia, calabrese di origine, che dopo il dottorato, ha lavorato a Roma e in Germania, ha vissuto a Venafro, dove l'ho conosciuta, e ha lavorato alla Neuromed di Pozzilli come ricercatrice del Parco Tecnologico. Da qualche anno si è trasferita a Parigi, dove lavora all'Università come ricercatrice. Ivana è dolcissima, è una viaggiatrice intancabile, una blogger (I MATTINIERI DEL LUNEDI, SOLOCOSEBELLE) e una scrittrice (adesso sta lavorando a una trilogia fantasy) amante dei gatti, come me. (Attendo report). ...
E adesso parliamo un po' tedesco con Erika.
Erika è una mia amica a distanza, con la quale corrispondo da un po' su Linkedin. Economista, general manager in un'azienda alimentare e scrittrice di fiabe per bambini, vive a Dortmund.
Erika mi dice che in Germania le misure non sono state troppo severe come da noi, le scuole sono rimaste aperte così come la maggior parte dei negozi, anche se devono rispettare il distanziamento sociale e quindi si creano file. I tedeschi possono muoversi liberamente anche se bar e ristoranti sono chiusi. Da ieri è stato introdotto l'obbligo delle mascherine, sembra infatti che gli ultimi rilievi non siano troppo incoraggianti. La sanità pubblica, già ben funzionante è stata potenziata e con successo visto il basso indice di mortalità.
Inutile dire che le misure restrittive sono state accettate dai tedeschi in maniera disciplinata e rigorosa, anche se sono state annullate alcune manifestazioni importanti come la Fiera Internazionale del Turismo nella capitale e la Festa della Birra a Monaco di Baviera.
Dopo aver chiesto alle amiche "europee", ho fatto un volo oltreoceano e ho indagato in CANADA, chiedendo alla mia amica Carmela, con la quale passo bei momenti al mare, d'estate, a Scauri.
Carmela Ciano in Riccardelli è un'imprentrice in pensione, calabrese di origine, naturalizzata canadese. Vive da decenni a Toronto con la famiglia, dove ha fondato con il brillantissimo marito Joe (Giuseppe Riccardelli) due compagnie (company, dicono loro, in italiano società) di successo nei settori elettrico e edile, per appalti pubblici e privati. (Joe e Carmela
Ebbene, in Canada sono ancora nella fase 1, hanno cercato di controllare e comprimere con decisione la curva del contagio. Lo stato è federale ma ogni singola provincia ha potuto adottare proprie misure sanitarie e sociali. Le frontiere sono state chiuse, può intervenire la polizia per assicurare il rispetto delle direttive, le autorità hanno dato comunicazioni tempestive, quotidiane e trasparenti sul diffondersi della pandemia. Non subito, come da noi, ma più tardi e per necessità è stato disposto il lockdown: tutti i negozi sono chiusi, tranne alimentari e farmacie, nei negozi ci sono a terra strisce come distanziatori e si formano file al di fuori, i giardini pubblici sono chiusi, i viaggi sono limitatissimi. Non vi è il sistema di tracciamento con app per motivi di privacy (in Canada sarebbe inconcepibile), è stata rafforzata la sanità pubblica con il richiamo al lavoro di medici e infermieri in pensione; le case di riposo per anziani sono state isolate; molti e pervasivi sono stati i divieti disposti per gli anziani che vivono da soli in casa, per proteggerli: non possono uscire e ricevono tutto a casa; scuole e aziende sono chiuse, come pure i vari luoghi pubblici; l'insegnamento è solo on line per ogni ordine e grado; le pay tv sono divenute gratuite per tutti, per rendere più accettabile lo stare in casa. Chi trasgredisce le misure di sicurezza riceve multe salatissime.
Un paese civilissimo dunque, tanto da far desiderare la decantata casetta in Canada.
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