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martedì 12 maggio 2020

CUCINA MULTIETNICA!

"Mamma ma davvero hai fatto la tiella di Gaeta col polpo



(e qui ci va una citazione. Si sa che i bambini coniugano nuovi termini e fanno metatesi. Anni fa, quandi Claudietto era piccolo, chiese al padre che aveva un difesa in tribunale "papà, ma è un delitto polposo?", ovvviamente scoppiammo tutti a ridere e cercammo di spiegare che cosa fosse un omicidio colposo ...)?" 
"Sì, certo. Perchè?"
"Allora devi fare una cosa pure per me."
"Va bene. Che vuoi?"
"I ravioli cinesi alla piastra."



"E vabbè, ma questo è difficile. Come si fanno?".
"No, è facile, è un vuotafrigo. Usi tutto quello che hai in casa." 


Ok, ho pensato, sfida accettata. Ho letto qualcosa su internet ("e che è la tecnologia! Mo p'ess gnorant d'adda mpegnà!" dice mio marito. Vero!) e ho realizzato. 
Ho preparato subito l'impasto per il giorno dopo. Quattro fettine di arista di maiale, qualche wurstel, due uova, pane avanzato sbriciolato, sale, pepe, noce moscata, zenzero, olio di peperoncino, carota, cipolla, formaggio grattuggiato e via, tutto nel frullatore e poi in frigo. 


Al mattino ho fatto la pasta (mai fatta in vita mia) con 250 grammi di farina e 150 di acqua più un po' di sale. Poi ho tirato la sfoglia.




Complicato. Perchè la pasta era elastica e appiccicosa, ma me la sono cavata. Poi ho ricavato dei dischi con un bicchiere capovolto (38 con queste dosi), li ho riempiti di impasto e li ho chiusi alla meglio cercando di fare le varie forme viste sul web
Ho chiuso le mezzelune coi i rebbi di una forchetta e ho aspettato i miei 4 prodi eroi. 
Poi ho miscelato acqua, olio e polvere di brodo granulare. Ho messo in una padella antiaderente. Arrivato a bollore ho messo i ravioli "venafrano-cinesi", ho fatto cuocere da tutti   i lati, ho fatto evaporare e poi arrostire, ovvero dorare, abbrustolire da un lato e dall'altro. Poi ho servito ai miei uomini affamati con salsa di soia

Una bontà assoluta!"

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