L'idea di "passare il tempo" non mi piace affatto. Il tempo è troppo poco e troppo importante per essere sciupato, per essere trascorso appunto in passatempi. Va usato, speso, goduto, distillato, assaporato attimo per attimo in maniera gradevole ma costruttiva.
In questi giorni di reclusione, in cui anche il gatto pare soffrire,
ho ripreso il lavoro, anche se la trattazione degli affari e delle udienze in particolare sarà molto diversa, ma nel tempo libero, che è maggiore, oltre a fare le faccende di casa, leggere, scrivere, cucinare e dedicarmi ai miei cari, guardo molto la tv.
Scelgo programmi leggeri, distensivi, vecchi telefilm polizieschi, programmi di cucina, ma anche molti TG, aggiornamenti, commenti, approfondimenti, documentari, specie di storia (mi interessano meno quelli sulla natura). I canali che preferisco sono quelli di Mamma Rai, anche se sono un po' ovunque cose abbastanza interessanti, al pari del pattume sempre dietro l'angolo.
Facendo zapping stamattina sul Canale 54 ho trovato la rappresentazione dell'OTELLO di Verdi, interpretato da Placido Domingo e diretto da R. Muti in una prima della Scala di Milano all'apertura della stagione di qualche anno fa, un vero spettacolo, anche se sul piccolo schermo.
L'Otello è tratto da IL MORO DI VENEZIA di SHAKESPEARE, che amava tanto il nostro Paese e spesso lo sceglieva come teatro dei sue tragedie. L'Otello è il dramma della gelosia del MORO, cioè di un berbero. Spesso, anticamente, i mori venivano tratteggiati come spregevoli traditori, invece qui le parti sono invertite ed è il perfido Iago, un bianco, un cristiano, che trae in inganno in modo vile il suo capo per prenderne il posto. Rivoluzionaria visione per il 1600.
Ma, si sa, Shakespeare era avanti!
Il dramma della gelosia si consuma con l'omicidio della povera innocente Desdemona da parte del marito e il suicidio di Otello roso dal rimorso.
Le opere appaiono lontane e irreali perchè portano all'esarperazione i sentimenti e le loro conseguenze, ma in effetti sono una catartica rappresentazione della realtà, portata all'iperbole per essere esorcizzata nelle sue conseguenze nefaste e temute.
(Per chi volesse approfondire ecco di seguito la voce Otello da www.wikipedia.it)
Otello | |
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Tragedia in cinque atti | |
Otello e Desdemona a Venezia di Théodore Chassériau | |
Autore | William Shakespeare |
Titolo originale | The Tragedy of Othello, the Moor of Venice |
Lingua originale | Inglese |
Genere | Tragedia |
Composto nel | 1603 |
Prima assoluta | (documentata) 1º novembre 1604 Whitehall Palace, Londra |
Personaggi | |
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Trasposizioni operistiche | Otello, opera lirica di Giuseppe Verdi |
Otello (titolo originale The Tragedy of Othello, the Moor of Venice) è una tragedia di Shakespeare scritta agli inizi del XVII secolo. La prima rappresentazione documentata ebbe luogo il 1º novembre 1604 al Whitehall Palace di Londra.
Trama[modifica | modifica wikitesto]
«Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore!»
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(Iago ad Otello, atto III, scena III, traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici) |
Otello è un moro, al servizio della repubblica veneta, al quale è stato affidato il compito di comandare l'esercito veneziano contro i turchi nell'isola di Cipro. All'inizio del dramma, Otello parte da Venezia in compagnia del luogotenente Cassio. Lo avrebbe seguito Desdemona, sua moglie, scortata da Iago e la sua consorte Emilia. Desdemona è sposata con Otello in gran segreto, ma la circostanza viene svelata da Iago. All'arrivo, scoprono che la flotta turca è stata distrutta dalla tempesta.
L'infido alfiere Iago tenta in vari modi di far destituire Cassio, riuscendoci infine con uno stratagemma, grazie all'aiuto di Roderigo. Con l'ignara complicità della moglie Emilia, Iago fa arrivare un prezioso fazzoletto di Desdemona tra le mani di Cassio, convincendo Otello (che osserva di nascosto su consiglio di Iago) del tradimento di Desdemona. Le false difese di Cassio da parte di Iago, e le sue studiate reticenze, sono la parte centrale dell'opera di persuasione che sfocia nella furia cieca del Moro. Otello uccide Desdemona nel letto nuziale soffocandola con un cuscino, travolto dalla gelosia.
Nell'immediato epilogo, Emilia rivela che il tradimento di Desdemona era soltanto un'invenzione di suo marito Iago, il quale freddamente la uccide seduta stante. Otello, preso dal rimorso, a sua volta si toglie la vita, ricadendo sul corpo di Desdemona. Iago, infine, viene portato via, condannato a subire tortura. Cassio, invece, prende il posto di Otello, al servizio della repubblica veneta.
Origini[modifica | modifica wikitesto]
La trama di Otello fu sviluppata a partire dalla raccolta di novelle Ecatommiti di Giambattista Giraldi Cinzio, seguita in maniera fedele. L'unico personaggio di cui viene detto il nome nella storia di Cinzio è Disdemona, che in greco significa "sfortunata"; gli altri personaggi sono identificati come «l'alfiero», il «capo di squadra», ed «il Moro».[1] Nell'originale, l'alfiere si innamora perdutamente di Disdemona, ed è spinto alla vendetta quando lei lo rifiuta.
Shakespeare inventò un nuovo personaggio, Roderigo, che desidera la moglie del Moro e viene ucciso mentre tenta di assassinare il capitano. Contrariamente a Otello, il Moro del racconto di Cinzio non si pente mai dell'uccisione della moglie, e sia lui che l'alfiere scappano da Venezia e vengono uccisi molto più tardi. Cinzio diede anche una morale alla storia (per bocca della dama) per cui le donne europee non sono adatte a maritare gli uomini di altre nazioni, incontrollabili e dal sangue caldo. Shakespeare non riprodusse questa osservazione.
Questioni razziali[modifica | modifica wikitesto]
Nonostante nel dramma sia molto presente il tema della differenza di razza, la specifica etnia del protagonista non è ben precisata. Nell'opera, Otello viene frequentemente definito un "moro", termine con il quale l'anglosassone cittadino elisabettiano poteva intendere sia un arabo o un nord-africano sia coloro che oggi vengono chiamati "neri", ossia le popolazioni dell'Africa subsahariana. In altre opere, Shakespeare ha descritto un moro d'Arabia, come nel Mercante di Venezia, e un moro africano nel Tito Andronico. Per Otello, ad ogni modo, i riferimenti alle caratteristiche fisiche del personaggio non sono sufficienti a definire con certezza a quale etnia l'autore si riferisse. La frase di Otello "Haply for I am black" non aiuta, dato che il termine "black", all'epoca, poteva significare semplicemente bruno. Il consenso popolare tra la maggior parte degli attori e registi di oggi si dirige verso un'interpretazione "nera", e, pertanto, gli Otello arabi o nord-africani sono stati piuttosto rari.
Significato[modifica | modifica wikitesto]
Otello sovverte il tradizionale simbolismo teatrale. Un pubblico contemporaneo all'autore avrebbe visto la pelle nera come segno di barbarie o di satanismo come è per Aron nel Tito Andronico di Shakespeare:
(EN)
«swarth Cimmerian... of body's hue spotted, detested and abominable»
| (IT)
«un bruno Cimmerio... dalla tinta corporea macchiata, detestata e abominevole»
|
Un soldato bianco sarebbe stato interpretato come simbolo di onestà. Iago in effetti si adopera per convincere gli altri personaggi che Otello è un "cavallo barbaro" che copre Desdemona, o un "caprone nero", con le corna, che da animale la monta; e che lui stesso è fin troppo veritiero. In Otello, tuttavia, il personaggio nero è "nobile" e cristiano; e il soldato bianco è un bugiardo intrigante.
Otello così sfida in continuazione il collegamento tra un segno fisico o significante e ciò che viene significato da esso. per esempio, Iago – il cui compito come alfiere è di tenere alto un segno di fedeltà ad Otello – dice, del suo fingere di amare il Moro: «Benché io lo odi come odio le pene dell'inferno, tuttavia per la necessità della vita concreta devo mostrare una bandiera e un segno di amore, che in realtà è solo un segno». Anche Desdemona vede una distinzione tra significante e significato, dicendo che lei «vedeva il volto di Otello nella mente di lui» – non nella sua faccia reale. Il dramma così sostiene che la relazione tra significante e significato è arbitraria; la trama stessa fa dipendere la significazione da un segno – completamente artefatto, un fazzoletto indicato come prova di infedeltà.
Il tragico errore di Otello è l'incapacità di capire quanto sia arbitraria la relazione tra significante e significato. Per esempio, quando Iago gli dice che Desdemona lo tradisce, Otello grida: «Il suo nome, ch'era fresco come il viso di Diana, adesso è tutto rughe e nero come il mio» – conducendolo al proposito suicida: «Se ci son corde o pugnali, o veleno o fuoco, o flutti dove annegare, non resisterò».
- Bianco e Nero
I più basilari canoni della simbologia occidentale, per la quale bianco sta per purezza e nero significa il male, in Otello sono ripetutamente messi in discussione. Un esempio è nel personaggio di Bianca, che, come spiega Iago al pubblico, non incarna affatto l'ideale di purezza che il nome simboleggia, essendo infatti lei una "sgualdrina, che vendendo i suoi desideri si compra pane e vestiti". Ironicamente, appena prima che Desdemona giuri ad Otello d'essere onesta, anche Bianca assicura di non essere una prostituta, protestando contro chi l'accusa.
- Paradiso e Inferno
Nell'intero dramma la parola «Heaven», (in italiano paradiso) resta un significante di verità, ed «Hell», (ovvero inferno) un significante del travisamento. I termini ricorrono di frequente, tanto che Otello si sforza di aggiungere altri significanti ad essi: ad esempio, egli dice all'innocente Desdemona: «il Cielo sa veramente che sei falsa come l'Inferno» («Heaven doth truly know that thou art false as hell»).
- Bene e Male
Iago può essere visto come la forza motrice o catalizzatrice dietro a Otello; è il manipolatore che pianta i semi della malvagità nelle menti dei personaggi, giocando sulle loro emozioni e causando quindi la caduta di Otello.
Rappresentazioni e adattamenti[modifica | modifica wikitesto]
Un discorso a sé stante meritano "gli" Otello – furono tre, in trent'anni – di Paul Robeson.
Nel 1930 il produttore e attore inglese Maurice Browne e la regista Ellen Van Volkemburg allestiscono la commedia di Shakespeare, chiamando il Robeson dagli USA per il ruolo del titolo e ingaggiano Peggy Ashford per Desdemona (Iago, sarà lo stesso Browne). Era un secolo esatto che un Nero non vestiva i panni di Otello, ma allora si trattò di una compagnia teatrale di "colore". Questa volta, invece, si tratta della prima volta in assoluto che un afroamericano (diremmo oggi) interpreta il Moro con un complesso di Bianchi. Grande fu il successo e altrettanto lo scandalo, dovuto al "bacio interrazziale" tra Otello e Desdemona...
Nel 1943, Robeson torna a interpretare Otello. Questa volta su ingaggio del regista e attore (che sarà Iago) José Ferrer; Desdemona, sarà la signora Ferrer, cioè Uta Hagen. Lo spettacolo va in scena a Broadway: 296 repliche e un anno di tour con tappa anche a Los Angeles. Variety scriverà: „Nessun attore bianco sarebbe in grado di vestire i panni di Othello meglio di Paul“(documentazione fiti e audio su youtube).
1958, dopo quasi dieci anni Washington restituisce il passaporto a Paul Robeson (il maccartismo lo aveva messo sotto accusa), che vola a Londra, dove Tony Richardson lo attende allo Stratford-upon-Avon. Iago è Sam Wanamaker e Desdemona, Mary Ure (al tempo sposata con il drammaturgo John Osborne). Tra gli interpreti più giovani, ci sono gli sconosciuti Albert Finney e Vanessa Redgrawe.
Trasposizioni operistiche[modifica | modifica wikitesto]
Le due opere liriche più famose su questo personaggio shakespeariano sono l'Otello di Gioachino Rossini (rappresentata per la prima volta nel 1816) e l'Otello di Giuseppe Verdi (rappresentata per la prima volta nel 1887).
Trasposizioni cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]
Ci sono stati diversi adattamenti cinematografici di Otello. Tra questi citiamo:
- 1906 - Otello, di Mario Caserini e Gaston Velle.
- 1908 - Othello, di William V. Ranous, con Julia Swayne Gordon.
- 1908 - Othello, di Viggo Larsen.
- 1909 - Otello, di Ugo Falena e Gerolamo Lo Savio.
- 1914 - Otello, di Arrigo Frusta.
- 1920 - Otello, di Camillo De Riso.
- 1922 - Othello, di Dimitri Buchowetzki.
- 1922 - Othello, con Emil Jannings. Film muto.[2]
- 1952 - Otello, di Orson Welles (Italia/Francia/Marocco) Palma d'oro al Festival di Cannes.
- 1955 - Otello il moro di Venezia, URSS, con Sergei Bondarchuk, Irina Skobtseva, Andrei Popov. Diretto da Sergei Yutkevich.[3]
- 1961 - All Night Long, ovvero un addattamento di Otello nella Londra degli anni sessanta. Regia di Basil Dearden, con Marti Stevens, Paul Harris, Patrick McGoohan e Richard Attenborough.
- 1965 - Othello con Laurence Olivier, Maggie Smith, Frank Finlay, e Joyce Redman.[4]
- 1967 - Che cosa sono le nuvole?, episodio di Capriccio all'italiana regia e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini con Totò, Ninetto Davoli, Laura Betti, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
- 1978 - Filming Othello, regia Orson Welles con Orson Welles, Michael MacLiammoir e Hilton Edwards.
- 1979 - Otello o la deficienza della donna, regia di Carmelo Bene, con Carmelo Bene, spettacolo teatrale curato per la televisione Italiana dalla RAI a partire dal 1985, ma completato soltanto nel 2001, a pochi mesi dalla scomparsa dell'attore.
- 1981 - Othello, parte delle opere complete di William Shakespeare prodotto dalla BBC. Con Anthony Hopkins e Bob Hoskins.[5]
- 1986 - Otello: una versione film dell'opera di Verdi con Plácido Domingo, diretta da Franco Zeffirelli. Ha vinto il BAFTA come miglior film straniero.[6]
- 1995 - Othello, con Kenneth Branagh, Laurence Fishburne, e Irène Jacob. Diretto da Oliver Parker.[7]
- 1997 - Kaliyattam, in Malayalam, una versione moderna, ambientata in Kerala, con Suresh Gopi nel ruolo di Otello, Lal nel ruolo di Iago, Manju Warrier nel ruolo di Desdemona, diretto da Jayaraaj.[8]
- 2001 - O come Otello, una versione moderna ambientata in una high school americana.[9]
- 2001 - Othello, una versione ambientata ai giorni nostri in cui Otello è il primo commissario nero della polizia metropolitana di Londra. Prodotto da LWT. Scritto da Andrew Davies. Diretto da Geoffrey Sax; con Eamonn Walker, Christopher Eccleston e Keeley Hawes.[10]
- 2009 - Iago, trasposizione moderna, virata in commedia, a parti invertite, con Nicolas Vaporidis nel ruolo di Iago, e Laura Chiatti nel ruolo di Desdemona, diretto da Volfango De Biasi.[11]
Interpreti italiani[modifica | modifica wikitesto]
In Italia il dramma shakespeariano ha avuto grandissimi interpreti, tra i quali sono da ricordare Renzo Ricci, Vittorio Gassman, Salvo Randone (che fu un memorabile Iago), Gino Cervi, Enrico Maria Salerno, Carmelo Bene.
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