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mercoledì 26 febbraio 2020

Il racconto della sera


TRAGEDIA GRECA

RACCONTO


DI
GIUDITTA DI CRISTINZI











PERSONAGGI
SANDRO COSTA, ispettore di polizia
NICANDRO PASSARELLI, agente di polizia
DI NARDO, assistente di polizia
CLEMENTINA TROVATO, bidella
ANTONIO  ACCIAIOLI, professore di latino e greco al liceo
GARGANO, professore di italiano al liceo
GUARINI, già professore di matematica e fisica, preside
DI MATTEO, medico, ufficiale sanitario
RINALDI, professore di francese al ginnasio, vicepreside
ANNALISA DE SANTIS, professoressa di chimica e biologia al liceo
VINCENZO PALUMBO, detto Enzo, professore di storia e filosofia al liceo
GIOVANNA  CIOCCA, professore di lettere al ginnasio
LUIGI COTUGNO, il segretario del liceo-ginnasio











TRAGEDIA GRECA
Venafro, 31 maggio 1949
L’ispettore Costa se ne stava tranquillo nella sua stanza fumando avidamente una delle sue sigarette, gongolandosi per il trasferimento a Venafro appena ottenuto, quando l’agente Passarelli bussò rumorosamente alla porta e, senza aspettare risposta, irruppe nell’ufficio.
- Scusate dottore, ma hanno chiamato dal liceo, pare ci sia un grosso problema, dobbiamo andare.
- Ma che succede?
- Ha chiamato la bidella, Clementina Trovato. Ha detto che  Acciaioli, il professore di latino e greco è morto, è stato avvelenato.
- Gesù mio, vado subito, preparami la macchina.
- Dottore, se permettete vengo anch’io. Lo conoscevo bene il professore, vi accompagno.
- Allora andiamo. Ma chi era, quel professore brizzolato con la barba?
- Sì, proprio lui,  l’avrete di sicuro incontrato qualche mattina al bar.
Costa e  Passarelli arrivarono in pochi minuti dal garage del commissariato  a Porta Nuova su al vecchio liceo, al Vescovado.
- Dottore, questo è il nostro liceo classico, il Giordano, qui studiano i migliori rampolli del paese.
- Ah, forse un po’ rovinato ma bello. Era un convento prima?
- Sì, il convento del Carmine.
- Intanto andiamo. Se è vero quel che hanno detto, è importante andare subito a vedere.
I poliziotti entrarono all’interno e trovarono tutti gli alunni raccolti nel cortile sotto la custodia del professore Gargano e del preside Guarini. Al primo piano del fabbricato, nel salone, grande tumulto. Tre donne in fondo allo stanzone piagnucolavano,  alcuni  professori parlavano fitto fitto tra loro e  su una sorta di scena c’era il corpo del povero professore Acciaioli avvolto da una tunica, riverso a terra esanime.
L’ispettore Costa si fece spazio e raggiunse la vittima.
- State lontano da qui e non toccate nulla, anzi da quel che vedo avete fin troppo alterato la scena.
Si guardò bene dal dire la scena del delitto. Prese il polso del professore e accertò il decesso.
- Chiama il dottor Di Matteo per piacere, digli di venire subito qui, fece rivolto all’agente.
- E ora facciamo così, uscite tutti fuori in attesa del dottore che ci dirà qualcosa di più preciso sulle circostanze del decesso e date i vostri nomi all’agente. Devo sentirvi, vi richiamerò uno per volta per capire  cosa è accaduto. Sentirò tutti ma separatamente. Frattanto non parlate più tra voi. Cercate di ricordare bene cos’è successo da stamattina ad ora e anche nei  giorni precedenti in ogni particolare. Tu, Passarelli, intanto vai giù e chiudi il portone a chiave finché non finiamo. Nessuno deve più entrare e nessuno deve più uscire tranne il medico. E adesso iniziamo, chi per primo ha constatato il decesso?
- Io credo, si fece avanti un uomo di mezza età. Sono il professore Rinaldi.
- Allora venga, sentirò lei per primo. Dove possiamo ritirarci per stare soli e tranquilli?
- Si accomodi in presidenza ispettore, i professori invece si raduneranno nella loro sala.
- Bene, andiamo, mi faccia strada.
* * * * *
- Ispettore c’è poco da dire, siamo sconvolti. Io insegno al ginnasio; i professori del liceo avevano pensato di mettere in scena per la fine dell’anno il Fedone di Platone. Ovviamente il testo era stato letto e  studiato soprattutto in primo e in secondo. I terzi sono impegnati con gli esami di maturità. Era stato opportunamente rimaneggiato, modificato e prevedeva una partecipazione corale. Stavamo facendo le prove. La rappresentazione ci sarebbe stata la prossima settimana per la fine dell’anno scolastico. Comunque Acciaioli stamattina interpretava Socrate e doveva bere  la cicuta da un bicchiere, fingersi morto e cadere a terra. La quarta scena si chiudeva così; in seguito ci sarebbe stato il coro e la parte finale del dialogo con varie considerazioni espresse in forma di aforismi dagli alunni. Ma tirato il sipario, Acciaioli non si è rialzato. Siamo accorsi a vedere che cosa fosse accaduto, se scherzasse, se avesse avuto un malore, se fosse svenuto, ma purtroppo abbiamo capito, e io per primo perché ero il più vicino, che era morto. Quindi il preside ha preso in mano la situazione e con Gargano ha allontanato tutti i ragazzi per non traumatizzarli. Li hanno portati giù nel cortile dove sono ancora. Si è preoccupato essenzialmente di questo. Noialtri, sconvolti, abbiamo cominciato a girare a vuoto e qualcuno è corso ad avvertirvi.
- Che tipo era Acciaioli? Aveva nemici?
- No,  assolutamente no. Era  una persona tranquillissima, un bravo professore, stimato, serio, sposato con due figli.
- Bene professore, grazie. Si tenga ancora a disposizione e dica a Passarelli di far entrare qualcun altro.
... e mica già volete sapere come finisce? ...segue...

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