TRAGEDIA GRECA
RACCONTO
DI
GIUDITTA
DI CRISTINZI
PERSONAGGI
SANDRO COSTA, ispettore
di polizia
NICANDRO PASSARELLI,
agente di polizia
DI NARDO, assistente di
polizia
CLEMENTINA TROVATO,
bidella
ANTONIO ACCIAIOLI, professore di latino e greco al
liceo
GARGANO, professore di
italiano al liceo
GUARINI, già professore
di matematica e fisica, preside
DI MATTEO, medico,
ufficiale sanitario
RINALDI, professore di
francese al ginnasio, vicepreside
ANNALISA DE SANTIS,
professoressa di chimica e biologia al liceo
VINCENZO PALUMBO, detto
Enzo, professore di storia e filosofia al liceo
GIOVANNA CIOCCA, professore di lettere al ginnasio
LUIGI COTUGNO, il
segretario del liceo-ginnasio
TRAGEDIA GRECA
Venafro, 31 maggio 1949
L’ispettore
Costa se ne stava tranquillo nella sua stanza fumando avidamente una delle sue
sigarette, gongolandosi per il trasferimento a Venafro appena ottenuto, quando
l’agente Passarelli bussò rumorosamente alla porta e, senza aspettare risposta,
irruppe nell’ufficio.
-
Scusate dottore, ma hanno chiamato dal liceo, pare ci sia un grosso problema,
dobbiamo andare.
-
Ma che succede?
-
Ha chiamato la bidella, Clementina Trovato. Ha detto che Acciaioli, il professore di latino e greco è
morto, è stato avvelenato.
-
Gesù mio, vado subito, preparami la macchina.
-
Dottore, se permettete vengo anch’io. Lo conoscevo bene il professore, vi
accompagno.
-
Allora andiamo. Ma chi era, quel professore brizzolato con la barba?
-
Sì, proprio lui, l’avrete di sicuro
incontrato qualche mattina al bar.
Costa
e Passarelli arrivarono in pochi minuti
dal garage del commissariato a Porta
Nuova su al vecchio liceo, al Vescovado.
-
Dottore, questo è il nostro liceo classico, il Giordano, qui studiano i migliori rampolli del paese.
-
Ah, forse un po’ rovinato ma bello. Era un convento prima?
-
Sì, il convento del Carmine.
-
Intanto andiamo. Se è vero quel che hanno detto, è importante andare subito a
vedere.
I
poliziotti entrarono all’interno e trovarono tutti gli alunni raccolti nel
cortile sotto la custodia del professore Gargano e del preside Guarini. Al primo
piano del fabbricato, nel salone, grande tumulto. Tre donne in fondo allo
stanzone piagnucolavano, alcuni professori parlavano fitto fitto tra loro
e su una sorta di scena c’era il corpo
del povero professore Acciaioli avvolto da una tunica, riverso a terra esanime.
L’ispettore
Costa si fece spazio e raggiunse la vittima.
-
State lontano da qui e non toccate nulla, anzi da quel che vedo avete fin
troppo alterato la scena.
Si
guardò bene dal dire la scena del delitto. Prese il polso del professore e
accertò il decesso.
-
Chiama il dottor Di Matteo per piacere, digli di venire subito qui, fece
rivolto all’agente.
-
E ora facciamo così, uscite tutti fuori in attesa del dottore che ci dirà
qualcosa di più preciso sulle circostanze del decesso e date i vostri nomi all’agente.
Devo sentirvi, vi richiamerò uno per volta per capire cosa è accaduto. Sentirò tutti ma
separatamente. Frattanto non parlate più tra voi. Cercate di ricordare bene
cos’è successo da stamattina ad ora e anche nei giorni precedenti in ogni particolare. Tu,
Passarelli, intanto vai giù e chiudi il portone a chiave finché non finiamo. Nessuno
deve più entrare e nessuno deve più uscire tranne il medico. E adesso iniziamo,
chi per primo ha constatato il decesso?
-
Io credo, si fece avanti un uomo di mezza età. Sono il professore Rinaldi.
-
Allora venga, sentirò lei per primo. Dove possiamo ritirarci per stare soli e
tranquilli?
-
Si accomodi in presidenza ispettore, i professori invece si raduneranno nella
loro sala.
-
Bene, andiamo, mi faccia strada.
*
* * * *
-
Ispettore c’è poco da dire, siamo sconvolti. Io insegno al ginnasio; i professori
del liceo avevano pensato di mettere in scena per la fine dell’anno il Fedone di Platone. Ovviamente il testo
era stato letto e studiato soprattutto
in primo e in secondo. I terzi sono impegnati con gli esami di maturità. Era
stato opportunamente rimaneggiato, modificato e prevedeva una partecipazione
corale. Stavamo facendo le prove. La rappresentazione ci sarebbe stata la
prossima settimana per la fine dell’anno scolastico. Comunque Acciaioli stamattina
interpretava Socrate e doveva bere la
cicuta da un bicchiere, fingersi morto e cadere a terra. La quarta scena si
chiudeva così; in seguito ci sarebbe stato il coro e la parte finale del
dialogo con varie considerazioni espresse in forma di aforismi dagli alunni. Ma
tirato il sipario, Acciaioli non si è rialzato. Siamo accorsi a vedere che cosa
fosse accaduto, se scherzasse, se avesse avuto un malore, se fosse svenuto, ma
purtroppo abbiamo capito, e io per primo perché ero il più vicino, che era
morto. Quindi il preside ha preso in mano la situazione e con Gargano ha
allontanato tutti i ragazzi per non traumatizzarli. Li hanno portati giù nel
cortile dove sono ancora. Si è preoccupato essenzialmente di questo. Noialtri,
sconvolti, abbiamo cominciato a girare a vuoto e qualcuno è corso ad avvertirvi.
-
Che tipo era Acciaioli? Aveva nemici?
-
No, assolutamente no. Era una persona tranquillissima, un bravo
professore, stimato, serio, sposato con due figli.
-
Bene professore, grazie. Si tenga ancora a disposizione e dica a Passarelli di far
entrare qualcun altro.
... e mica già volete sapere come finisce? ...segue...
Nessun commento:
Posta un commento