In questo periodo si parla tanto di prescrizione a causa della riforma della giustizia firmata dall'attuale guardasigilli Bonafede del Movimento 5 Stelle.
La riforma della prescrizione è entrata in vigore il 1° gennaio 2020.
Da allora moltissime le polemiche.
La riforma prevede lo stop della prescrizione (art. 159, comma 2, Codice penale: "Il corso della prescrizione rimane altresì sospeso dalla pronunzia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o dell’irrevocabilità del decreto di condanna.”) dopo la sentenza penale di primo grado, di condanna o assoluzione che sia, con notevoli effetti pratici.
Molti gli scioperi degli avvocati penalisti e i giudizi forti parte di magistrati e politici.
La maggioranza di governo è divisa sul testo e si cerca ancora una soluzione di compromesso per ritoccare il testo.
Per comprendere meglio il problema e fare valutazioni proprie e indipendenti bisogna sapere alcun cose su
IL TEMPO E I DIRITTI
Lo scorrere del tempo ha effetto sui diritti.
Il legislatore, per assicurare la certezza dei diritti nonostante il trascorrere del tempo, ha ideato gli istituti della prescrizione e della decadenza (la decadenza è l'istituto giuridico in forza del quale, decorso un determinato periodo di tempo, non può più essere esercitata una pretesa giuridica, codice civile artt. 2964 e segg.).
LA PRESCRIZIONE
In campo civilistico, secondo l'articolo 2934 del nostro codice civile, un diritto si estingue per inerzia da parte dell'avente diritto, si estingue dunque se non viene esercitato per un determinato periodo di tempo, normalmente per 10 anni, ma sono fissati dallo stesso codice termini diversi, più brevi.
In campo penale (cioè quello di cui si discute), l'istituto ha un altro valore.
Va precisato che esiste la prescrizione dei reati e delle pene.
Va precisato che esiste la prescrizione dei reati e delle pene.
La prescrizione di un reato, secondo gli artt. 157 e segg. del codice penale, determina l'estinzione del reato stesso sul presupposto che trascorso un certo periodo di tempo dal compimento del fatto, per lo Stato sia venuto meno l'interesse a perseguire il comportamento e a tentare di reinserire il reo nella società.
Se si elimina la prescrizione senza effettuare altre riforme volte ad accelerare il corso della giustizia, senza mettere a concorso altri posti da magistrato, i tempi dei processi non si accorciano automaticamente e i processi possono diventare eterni.
Pertanto la riforma Bonafede rischia di essere non solo inutile ma addirittura dannosa, se non anche incostituzionale (articolo 111 Costituzione Italiana, La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata).
Pertanto la riforma Bonafede rischia di essere non solo inutile ma addirittura dannosa, se non anche incostituzionale (articolo 111 Costituzione Italiana, La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata).
L'istituto è stato già travolto e distorto in passato.
Ricordiamo la legge del 5 dicembre 2005, n. 251 (la famosa legge ex Cirielli) che introdusse modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354 in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di (...omissis) e di prescrizione appunto.
Ricordiamo la legge del 5 dicembre 2005, n. 251 (la famosa legge ex Cirielli) che introdusse modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354 in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di (...omissis) e di prescrizione appunto.
In particolare, diminuì i termini della prescrizione. Dell’accorciamento dei tempi di prescrizione si avvalse Silvio Berlusconi e molti dei suoi (per questo la norma fu definita legge ad personam), ma essa ha avuto effetto su tanti altri casi, da Stamina, ai disastri ambientali
del petrolchimico e dell’amianto, ai processi sulla malasanità e altri.
Questo ripugna il comune sentire, quello dell'onesto cittadino che apprende dai media di reati, di processi, di vittime e che poi vede andare tutto in fumo per l'intervento della famigerata prescrizione.
Ma la soluzione non può essere quella dettata da giustizialismo e populismo, non può essere l'eliminazione della prescrizione a prescindere, ma una riforma ragionata, mediata, integrata della giustizia che purtroppo è lenta a volte lentissima.
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