PETALI
e zanzare
giuditta di cristinzi
A Claudio, che divide con me la sua vita,
raddoppiando la mia gioia
Prefazione
di Francesco Giampietri
Dopo aver indossato vesti civiche per un’originale incursione nel campo della poesia impegnata attraverso il dispiegamento dell’arte antica della compassione nei versi che compongono Strage d’anime (2017) – versi che danno voce a chi, pur avendo mille cose da dire, è senza voce – con PETALI e zanzare Giuditta Di Cristinzi fa ritorno al cuore della sua poetica, nel dominio della cittadella interiore, sviluppando un moto di riconversione dal mondo, sfondo in chiaroscuro, al registro dell’io.
Non si può non parlare d’amore. L’unica possibilità di beffare la morte, il luogo naturale dei pensieri e dei desideri. Che si stringono intorno al profilo dell’amato che ispira pagine di intenso trasporto emozionale. L’amore che dispone a soffocare le infinite occasioni della vita in un legame esclusivo, lasciando nelle retrovie tutto il resto. L’accordo platonico nel segno della completezza che è sinonimo di totalità che comporta di per sé il sacrificio del mondo. Ma al di là della complicità amorosa, impressa dai baci che assecondano la tensione a sconfinare nel cuore dell’amato, l’amore si dilata investendo la sfera degli affetti più cari. Da Eros ad Agape, si potrebbe dire. Un passaggio incarnato dal volto venerabile della Madre, tempio di virtù inflazionate ornato da liriche di struggente bellezza.
Non si può non parlare del tempo che, nel superamento del crinale della maturità, si insinua nella ripetizione dei giorni appesantendoli. Compromissione della spensieratezza e vago presentimento della fragilità dell’esistente. Il tempo che incide rughe e righe, lasciando la scena all’abbandono. Qualsiasi separazione – persino un distacco marcato dalla costruzione di un muro di giudizi sul fondamento dell’incomprensione – è un’esperienza di morte. Non muore solo l’altro che si allontana o che finisce, ma si assiste alla propria morte nel cuore delle persone amate. Un sentimento cupo che richiede distrazioni, ovvero la necessità di volgere lo sguardo altrove. Per vivere, con animo più lieve, altri giri di giostra.
PETALI e zanzare si presenta, dunque, come un canzoniere privato nel quale qualsiasi lettore può riflettersi rinvenendo frammenti di sé. Perché la materia che gli dà sostanza è il cuore con le sue ragioni nella sospensione, alla quale nessuno può sottrarsi, fra la tristezza e la gioia.
L’ALTALENA DELL’AMORE
Sei il luogo dei miei pensieri
E dei miei desideri
Realizzati e non
Spazio lungo venti anni
Di altalena
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