(L’UOMO CHE AVEVA FRETTA)
...
Forse è un fumatore, pensai, o gli scappa la pipì e non ha il coraggio di
disturbare di nuovo, alzarsi, riattraversare la stanza in senso opposto e
chiedere della toilette.
Luca posò entrambi i piedi a terra davanti a sé, li sporse più che poté e
cominciò a dondolare sulla sedia facendo
leva sullo schienale, rischiando di perdere l’equilibrio e rovinare a terra. La
visione del film stava per arrivare all’intervallo, tra il primo e il secondo
tempo. Lo sconosciuto fremeva. Fece come per alzarsi dalla sedia, poi si
accasciò di nuovo e prese a mordicchiarsi il polsino del pullover. Il primo
tempo della pellicola era finito.
Marinella cliccò su pause e si
diresse verso il balcone accanto a lei per alzare del tutto le serrande
abbassate.
- Allora, che ne pensate? Anzi, conosciamo prima l’ultimo arrivato. Tu
devi essere Francesco Attanasio. Sei arrivato con un po’ di ritardo. Avevamo
appena finito le presentazioni e stavo mostrando agli altri un film
interessante per introdurci al lavoro che faremo…
Lo sconosciuto finalmente si alzò, parve sollevato, raccolse la sacca da
terra e, dando l’impressione di fare un sforzo sovrumano, fece a mezza voce:
-
No, scusatemi, io mi chiamo Luca Rizzi e credo di aver
sbagliato indirizzo…
Il tizio si fece di tutti i colori e scappò via senza neanche voltarsi
indietro.
Roma 2013
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