Si ritiene spesso ed erroneamente che l' avvocato di provincia sia un professionista di minor valore rispetto a quello di città.
E invece no.
Lasciatemi dire che non siamo gli Azzeccagarbugli di manzionana memoria, come l'oscuro figuro cui Renzo Tramaglino porta i famosi capponi (anche se pure noi spesso veniamo remunerati con polli e uova, broccoli d'inverno e zucchine d'estate, in luogo di danaro).
L'avvocato di paese non è quello dei ladri di galline appunto.
È quel professionista laureato, spesso in un ateneo prestigioso, che dopo il periodo prescritto di pratica e il difficile esame di Stato, si immette con umiltà nel mondo del lavoro e che, per forza di cose, si occupa quasi di tutto, di civile e di penale, di lavoro e di amministrativo, di tributario e di famiglia.
È quel professionista serio che studia anche di più degli altri, per misurarsi con i problemi nei vari settori giuridici, nei più disparati campi della litigiosità umana; è colui che, se necessario, rinvia coscienziosamente ad altro collega; è il legale che accetta le sfide e si misura coi propri limiti.
Il mio esempio è mio marito Claudio, degno figlio di papà Pierino, penalista e grande oratore.
Il mio esempio è mio marito Claudio, degno figlio di papà Pierino, penalista e grande oratore.
Claudio ama la sua professione sopra ogni cosa; a volte dice di preferirla anche a me, perché grazie al lavoro dà serenità alla famiglia.
Da quando lo conosco non c'è mai stato giorno che non si sia alzato e non sia andato con entusiasmo allo studio, a studiare, a scrivere, a prepararsi per l'udienza.
Dopo una breve pausa per pranzo, torna alle sue amate e sudate carte, tra i suoi preparati e fedeli collaboratori, e ai suoi affezionati e soddisfatti clienti. Spesso la sera, anziché guardare la tv, mi ripete le arringhe passeggiando a grandi falcate nel soggiorno.
Questo è l'avvocato di provincia: preparazione e umanità, studio e vicinanza, specializzazione e comprensione.
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