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martedì 25 febbraio 2020

RACCONTI

Mi diletto a scrivere un po' di tutto anche se ho le mie preferenze. 
Le poesie vengono di getto, un pensiero, un'immagine, un'emozione, una lettura e scatta l'ispirazione. Subito appunto i miei pensieri su un'agendina che porto sempre in borsa, poi rielaboro e correggo mille volte. 
Anche per questi post è abbastanza semplice. Un evento, un film alla tv, un viaggio, un'occasione, un incontro, ...
Ogni cosa scatena in me delle riflessioni che trovo facile trascrivere perché questo è il mio mezzo d'espressione d'elezione. 
Potrei dire lo stesso per le lettere o per il mio diario personale per i quali ho consumato fiumi d'inchiostro. 
Più faticoso, articolato, elaborato è uno scritto più lungo in prosa. 
Bisogna soppesare, progettare, fare una scaletta e scrivere, ogni giorno, con assiduità e tempo, cose che non sempre ho o posso permettermi. 
Finora sono riuscita a portare a termine solo un romanzo, IL CASO DI ROCCAVENTOSA, il mio giallo classico di cui vado orgogliosa. Delle avventure dell'ispettore Costa vorrei fare una serie, una collana ma non è semplice. 
Anche adesso sto scrivendo un romanzo che chissà quando riuscirò a finire, sto lavorando a una raccolta di proverbi, ho progettato una spy story e una sorta di romanzo epistolare, 100 e una lettere d'amore. 
Ma ho bisogno di tempo tempo tempo. 
Dovrei fare solo questo e non posso. 
I doveri familiari e il lavoro mi chiamano ad altro quotidianamente. 
Ma va bene così. Verrà, forse in vecchiaia. 

Ho detto in apertura che ho le mie preferenze. No, non è vero, amo scrivere di tutto, ma alcune cose sono più semplici e finiscono prima. Così posso passare subito ad altro come è nella mia natura vivace, curiosa e frettolosa. Da una cosa, a cascata, dieci altre idee e da ogni idea dieci altri spunti e così via. E il mio cervellino è sempre sempre affollato di progetti desideri cose da fare. Molti li perdo per strada. Ci vorrebbero altrimenti dieci vite... Ecco, il bello e il brutto della cosa, della mia natura, cervellotica, ho perso il filo del discorso. 
Ma ecco che subito lo ritrovo: voglio pubblicare qui sul mio blog alcuni dei miei racconti, a puntate, come si faceva una volta, ovviamente con la carta stampata, in Francia, nell' '800 coi feuilleton. 
I racconti sono un genere controverso, pare siano più difficili dei romanzi perché devono dire tutto in meno parole, eppure non piacciono molto e "non vendono". Ce ne sono di bellissimi, a partire da Gogol, passando per i nostri Calvino e Buzzati (cos'è quel SETTE PIANI!?), per finire con la Nobel Murno. 
Insomma, ci provo anch'io!
Ma ve li propino a puntate cosicché dovrete connettervi anche domani!

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