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sabato 28 marzo 2020

ADDIO FRANCESCO

Non lo conoscevo. 
La prima volta che l'ho visto e sentito parlare è stato a un convegno sulle tossicodipendenze al Caffè Prete, insieme al dottore Barbaro. Rimasi affascinata dal suo eloquio e chiesi a Tonino Atella, che era accanto a me, chi fosse. Mi rispose che era il figlio del comandante Giampietri, un giovane brillante e promettente. Rivolsi lo sguardo verso il padre che, orgoglioso e schivo, disse sorridendo "io non ne so niente, è figlio alla mamma", o qualcosa del genere.
Poi le nostre strade si sono intrecciate di nuovo, nel solco della poesia, della cultura, del bello. 
Mi telefonò nel mese di  febbraio del 2015, io ero a Venezia per il Carnevale,  per chiedermi di partecipare a un'edizione di FEMMINILE PLURALE in biblioteca e io accettai con piacere. 
Lo vidi all'opera. Francesco era l'anima degli  eventi che organizzava, li costruiva passo passo, pensava agli ospiti, li contattava, li seduceva, li convinceva a venire da noi senza alcun compenso, trovava il titolo, individuava il tema, faceva il programma. 
Quella fu solo la prima di una lunga e fruttuosa, amichevole collaborazione. Mi invitò ad aderire ad EtCetera Cultura e Società e io accettai onorata. Avevo la possibilità di fare esattamente quello che volevo, che mi piaceva, tramite Francesco che aveva un carattere forte. Avrebbe fatto grandi cose, ne sono certa, avrebbe portato lustro al paese, ancora di più. 
Dopo i primi incontri, i primi eventi, le prime riunioni del lunedì pomeriggio in un locale dell'amico Mario Lepore, imparammo a conoscerci. Francesco aveva capito esattamente come sono e sapeva di poter contare su di me. E io avevo capito lui, conoscevo i suoi pregi e, perchè no, i suoi difetti. Spesso lo assecondavo, per una finalità alta, precisa. 
Francesco ha portato nella sua piccola città Renzo Paris, Elio Pecora, Beppe Costa, Claudio Giovanardi, Soldini, Mina Welby, Mariano Sabatini, Walter Lazzarin, Matteo Persica, Valentina Farinaccio, Isabella Borghese, Giulio Perrone e tanti, tanto altri, scrittori, poeti, letterati, pittori. 





Ha studiato, tradotto, pubblicato, rivoluzionato, coinvolto, curato la raccolta di Cartoline da una regione  che forse esiste. 
Francesco, così giovane, insegnava all'università. Pensava, inventava, escogitava, Francesco caro!
Ha tenuto a battesimo parecchie opere mie, da Solo una donna a Il caso di Roccaventosa, da Strage d'anime a PETALI e zanzare per il quale ha firmato la prefazione, senza poter presenziare alla presentazione. 
Qualche volta è stato a pranzo da me, con gli ospiti delle nostre manifestazioni, allegro, gioviale, buon mangiatore  e bevitore, sempre col suo zainetto, col taccuino e la penna per registrare fatti ed emozioni. 
Quest'estate, già tanto debilitato dalla malattia e dalle cure, venne al mare e mi telefonò sapendomi a Scauri. "Vieni, sono al Lido Tirreno". Scappai subito da lui, smagrito, pallido, ma sempre forte, ottimista, sicuro della terapia. Il padre lo aveva accompagnato e gli gironzolava attorno come un angelo custode, mentre mi ripeteva della testardaggine di Francesco nel rinviare gli accertamenti per aspettare di finire i corsi all'università. Francesco mio, per non lasciare i tuoi ragazzi qualche mese prima, li hai lasciati per sempre e te ne sei andato in attesa di un intervento che non ha fatto in tempo  ad arrivare. Forse anche per via dell'affollamento attuale degli ospedali. 
Doveva andare così. Non ci resta, impotenti e affranti, che accettare. 
Tutti gli amici oggi scrivono per te. 
Io sinceramente non sono riuscita nemmeno a scrivere il necrologio. Mi viene solo da piangere e urlare parolacce. Addio Francesco. Chissà, forse un giorno davvero ci rivedremo e parleremo ancora di poesia. 



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