...SEGUE
- Infatti, poi ricordo quello che saggiamente ci dice spesso tua madre. “Le
donne sono sempre materne, anche prima di diventare madri. Gli uomini restano sempre
figli, anche quando sono già padri”. Ma sì, dai, non pensiamoci più. La tour
Eiffel ci aspetta!-
Arrivammo per tempo a Fiumicino, facemmo una bella colazione e ci
avviammo al gate. Dopo un’ora e mezzo
circa eravamo su Parigi.
L'aereo cominciò la discesa. Atterrammo planando piano
sul Rossy-Charles de Gaulle. Rossella rispolverò il suo francese e fece due ticket
Paris Visite per gironzolare tranquille in città con ogni mezzo per due giorni.
Avevamo prenotato una doppia per due notti al Montmartre in Boulevard Barbès.
Ross mi guidò sicura nella metro. Scendemmo alla fermata Chateau Rouge della
- Siamo un po' fuori, un po' a nord, ma è così bello anche qui!- fece lei.
- Spero che l’hotel sia vicino, non vedo l'ora di posare questo trolley,
rinfrescarmi un po' ed uscire.-
L'aria di maggio era frizzante e gradevole.
Ross, disinvolta, chiese indicazioni un paio di volte e mi portò in
albergo. Prendemmo possesso della nostra stanza, ci preparammo un caffè solubile e dopo pochi minuti eravamo di nuovo
in strada. Era allegra come non la vedevo da tempo, pareva aver già
completamente dimenticato i figli, il lavoro e soprattutto Roberto, sua croce e
delizia. Mi trascinò a piedi fino a Pigalle. Poi, finalmente, si decise a
riprendere la metro per arrivare in centro. Arrivate nella zona dell’Etoile,
insistetti per fare una sosta in un bistrot. Avevamo mangiato poco o nulla in
aereo. Era già pomeriggio inoltrato. C'era in giro gente che usciva dagli
uffici, che andava fare la spesa, che rientrava a casa, pregustando il weekend.
I locali erano affollati. Entrammo in una specie di birreria piena di persone
in piedi, al banco; ci affacciammo nella
sala interna, arredata decò, con tavoli in legno scuro e sedie imbottite di
pelle bordeaux, quadri antichi alle pareti, atmosfera retro. I tavoli erano
quasi tutti pieni. Ross si sporse oltre la colonna e vide due posticini liberi
accanto ad altre persone. I due signori seduti, garbatamente, si alzarono per
lasciarci passare e prendere posto in fondo al tavolo. Rossella cercava di
farsi capire in francese, quando uno dei due fece:
- Non c'è bisogno, capisco qualcosa in italiano.-
- Grazie.-
Ci presentammo e ordinammo ad un cameriere due birre e delle patate
francesi, per spezzare l’appetito e resistere fino a cena, che avevamo
programmato in un ristorantino
consigliatoci nel quartiere latino. I due tipi acanto a noi erano ben vestiti
ed incravattati, sicuramente appena usciti dal lavoro. Uno dei due, grosso e corpulento,
piuttosto rosso in viso, pareva già aver bevuto abbastanza, ma chiamò un altro
giro di birre grandi. L'altro parlava
italiano piuttosto bene e Rossella si fiondò in una conversazione italo
francese con lui. Ci mettemmo allegre con le birre e anche noi facemmo il bis.
Ross e il francese uscirono fuori per fumare una sigaretta, lasciando me e il tipo massiccio, Alain, soli al tavolo,
impossibilitati a scambiare una parola. Io non conosco il francese e lui non un verbo in italiano. Per
fortuna la mia folle compagna di viaggio rientrò, ma continuava a chiacchierare
con il nostro vicino di tavolo che… bla,
bla, bla, … era stato in Italia, amava
la lingua italiana, aveva visitato Sorrento, “la città degli innamorati, no?”.
- Senza di me?- fece lei impudente,
- potevi chiamarmi!- ammiccò.
Io l'avrei fulminata con lo sguardo, se avessi potuto.
- Ma non ti conoscevo-, gigioneggiò il francese.
Finalmente decisero di andar via. Alain doveva rientrare a casa dalla
moglie.
- Sai, le donne non capiscono che, a volte, dopo il lavoro, bisogna
chiacchierare con qualcuno, parlare d'affari, vedere gente-.
Prima di andare, lui tirò fuori un bigliettino da visita.
Dr. Jean Claude Peeters
Relais SCI Management Cons. et Selection
Rossella non perse tempo. Frugò nella sua borsa e tirò fuori il suo
bigliettino da visita professionale.
“Oh Dio, eccola”, pensai.
- Architetto, eh? L’avrei detto, oui. E vi fermate molto Parigi?-
- No, purtroppo solo per il weekend. -
“Per fortuna, solo per il weekend”, risposi io mentalmente.
- Questa sera pensiamo di andare a cena verso Saint Germain des Pres.-
“Ecco, siamo al rendez vous”, pensai.
- Ah, bene, è bello lì. Ciao allora, è stato un piacere-.
Si alzarono e andarono via. Rossella prese il terzo bicchiere di birra
che Jean Claude aveva lasciato a metà sul tavolo e lo finì. Ormai era su di
giri.
- Ma hai visto com'era bello? Che
occhi azzurri! E gentile poi! Credevo fossero più freddi, più distanti i francesi. –
- Bello poi, non direi proprio. Dai andiamo.-
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