Claudio Maria ha espresso un desiderio: fare la pasta in casa o gli gnocchi e noi l'abbiamo accontentato.
Sono andata a prendere mamma a casa per farci aiutare e via.
Un chilo di farina, un po' di acqua tiepida, il tavolino che avevo giù in cantina da anni che in questo periodo ho rispolverato alla grande e tanta buona volontà.
Super mamma, nonostante l'età e i mille acciacchi, ha impastato e poi abbiamo fatto il resto.
Abbiamo ricordato nonna Michelina che impastava spesso e volentieri qualsiasi cosa, tagliatelle, gnocchi, sciusci, freselle e biscotti.
Come si faceva una volta.
I miei hanno voluto "i cavati", belli sodi e consistenti, quindi niente patate. Anche Claudio ha collaborato.
Io ho fatto un bel sugo di carne di maiale e abbiamo mangiato tutti e sette di gusto accompagnando con un bicchiere di vino di casa.
Riscopriamo in questi giorni strani di quarantena, il gusto delle piccole cose, dei piaceri domestici, della tavola e della famiglia riunita.
Generazioni a confronto, mamma che rivive e insegna, i ragazzi che imparano cose nuove e vincono la noia, la monotonia delle giornate che si ripetono sempre uguali in attesa che l'isolamento finisca e la primavera esploda.
Momenti strani, singolari, inimmaginati e inimmaginabili fino a poco fa, che ci fanno diventare forse un po' più "buoni", che fanno apprezzare gli affetti, unica vera ricchezza.
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