...SEGUE
Trascorremmo una bella serata, passeggiando lungo la Senna , nella zona di Notre
Dame e poi nel Quartiere Latino. L'aria era quasi tiepida, da primavera
avanzata. Fu piacevole camminare tra la gente e i bistrot pieni fino a fuori, nella movida parigina, percorrendo
le stradine e i ricordi comuni.
Ma capivo che Rossella era inquieta.
- Sai, tutto sommato mi piacerebbe rivederlo. Il fatto che, nel
salutarci, abbia tirato fuori il bigliettino da visita mi ha solleticato
qualche pensierino. Gli ho detto che avremmo cenato da queste parti e, anche se
Parigi è Parigi, speravo come una ragazzina di vedermelo comparire dinanzi, da
un momento all'altro, con una rosa rossa tra le mani-.
- Rossella, sei sempre la stessa, non cambierai mai. Ricordi, da ragazza, sei stata ad un passo dal bruciarti.
Sii seria, pensa a Roberto, pensa alle ragazze. È stato un banale incontro in
un pub.-
- Laura, tu hai ragione. Tu hai sempre ragione. Ma io sono come sono. Mi
sono sforzata per anni di essere solo moglie e madre. Ho dato tutta me stessa a
questa cosa, a questo progetto di vita. Ci ho creduto. Ed ora guardami. Stiamo
invecchiando, la vita ci fugge dalle mani. Le ragazze stanno crescendo, mi
contestano in ogni cosa io faccia. Non si rendono conto di quanto sacrificio,
di quante rinunce ci siano dietro ogni cosa che faccio per loro. Roberto poi,
una delusione totale. Il mio grande amore. Pensa solo a sé. E come se fosse il
più grande dei miei figli. Il lavoro, i suoi tempi, i suoi spazi. Ed io? Anche
a letto è un egoista. Le mie esigenze
non esistono più. Mi sono annullata. Ho permesso a tutti loro di considerarmi
come una specie di cosa, di attaccapanni, di elettrodomestico, da avere a loro
uso e consumo-.
- Hai ragione, ma la soluzione non è Jean Claude o come cavolo si
chiama.-, troncai io.
Rientrammo in hotel prima che la metro chiudesse. Deluse o stordite,
entusiaste o pensierose, non saprei dire. Ma concentrate su di noi. Sì,
Rossella aveva avuto ragione, in fondo, a trascinarmi fuori dalla solita
routine per due giorni. Dovevo riflettere, fare il punto,
riprendere un po' di spazio per
me.
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