AL TRAMONTO
Nello spazio
ristretto e noto della cucina, se ne stavano ognuna rinchiusa nel proprio
recinto esistenziale, fingendo bonomia. La donna in realtà aveva fretta di
andar via, ma non voleva confessarlo,
neanche se stessa.
- Ho pensato che a questo punto,
forse, potresti prendere una donna, per un paio d'ore, ogni
mattina.
- E per fare che?, rispose piccata la vecchia, sistemandosi lo
scialletto bordò sulle spalle.
- Ma non lo so, per un po' di
compagnia, una persona di fiducia, che abbia le chiavi di casa, venga, apra,
che ti aiuti ...
- Ma mi aiuti a far che, non ho
capito? Io non voglio nessuno.
- Lo vuoi un tè?
- Lo sai che non mi piace quell’acqua sporca.
- Corretto? O preferisci un
succo, non so, dell’acqua.
- Non voglio niente.
- Io, prima di uscire, prendo un
tè caldo, con un po' di latte. Fa freddo fuori.
- Prenditelo.
- Tu proprio non lo vuoi?
- Se lo fai per te, dammene un po', in una tazzina del caffè con poco
zucchero.
- Ho pensato che potesse farti
piacere, per compagnia, per fare la spesa.
- Ma non ho capito, mi vuoi
affibbiare una badante?
- Ma no, non si tratta di una
badante. Di una donna di servizio, ecco, una che ti aiuti a fare le cose più
pesanti in casa, che venga al mattino, apra, veda se è tutto a posto.
- Hai paura che muoio di notte?
- Ma che dici, se pensassi questo…
- Beh, che faresti?
- Niente. Sto solo dicendo che
andrebbe bene avere una persona di fiducia con cui scambiare due parole, che ti aiuti a lavarti, a tirar su le calze.
- Queste non sono cose da donna
di servizio. Le calze riesco a mettermene da sola. Io cammino, ci vado da sola a
fare la spesa. Non ho bisogno di niente. E poi una cosa è farsi lavare da una
estranea, una cosa da una persona di famiglia.
- Lo so, ma tu sai, è complicato.
- Ma io non ti chiedo niente,
niente a nessuno. Cerco di non dare fastidio.
- Non è fastidio, è per stare tranquilli,
per comodità. Lo fanno tutti, tutte le persone della tua età, della tua
condizione.
- Ma togliti questa preoccupazione.
Io sto bene così.
- Okay, come vuoi tu, se non ti
va, va bene così. Ora devo andare,
scusami.
- Sì, vai, è meglio.
La donna mise il cappotto, prese
la borsa e uscì.
Appena
sola, in macchina, cominciò a rimuginare e fu assalita dai sensi di colpa,
fastidiosi e violenti come i crampi sotto il piede.
Ma tu dimmi
come fai ad essere così stronza e a stare tranquilla. Impossibile.
In effetti, ti
sentivi uno schifo. Avevi tentato miseramente e senza riuscirci di scrollartela
dal groppone, c’avevi provato facendo una figura meschina. Aveva capito tutti i
tuoi malcelati pensieri e si era urtata.
Il fatto che
fosse sola e anziana e che potesse accaderle qualcosa, qualsiasi cosa, da un
momento all’altro, non ti faceva sentire per niente libera e serena, ti creava ansia,
sensi di colpa, mentre te ne andavi di
qua e di là e non solo per dovere e lavoro, ma anche a far spese, con le
amiche, a teatro, a giocare a carte. Non potevi far finta di nulla, avevi il
tempo per tutto, per tutto, finanche per il manicure settimanale e non per lei.
Quando lei era stata tutto quello che era stata e con tutti e senza smettere
mai fino alla fine.
Ora era sola,
vecchia e fragile. Poteva cadere in casa, inciampare, avere un’ischemia, un
problema qualsiasi e tu spesso le urlavi in testa, che non capiva, che era
lenta, che avevi da fare, “e dai mamma, sbrigati però, che non ho tempo adesso,
ma tu parli per dire o per perder tempo?”.
E certo che
parlava tanto per parlare. Sola in casa tutto il giorno, avrebbe voluto uscire,
andare a fare una passeggiata col sole, scambiare due chiacchiere. Non osava
chiederlo, ma era nel suo carattere e nella sua mentalità desiderarlo. Non
voleva dar fastidio, mai ne avrebbe dato. Ma tu avresti dovuto fare senza che
ti fosse chiesto. Portarla dal medico ogni tanto, farle la spesa, andarle a
fare una visitina ogni giorno per due chiacchiere, magari fingendo un motivo,
farle una telefonata, chiederle un consiglio, domandarle una vecchia ricetta di
famiglia, accompagnarla a messa il sabato pomeriggio. Invece ti stizzivi ogni
volta. Era più forte di te.
Dio mio, come
sei crudele. Lo sai benissimo a cosa sta pensando adesso, “sono di peso, sono
stanca, ho vissuto abbastanza, se la morte si vendesse, me la comprerei”.
Eccome ti devi sentire tu con una mamma così, che scomparirebbe dalla faccia
della terra pur di non dare un briciolo di fastidio, discreta, mai un lamento.
Però, in fondo
è stata una sua scelta vivere come ha vissuto. Avrebbe potuto fare diversamente,
meno sacrifici, un vestito in più, pensavi per addolcirti la pillola.
E tu mica
adesso puoi immolarti per lei.
In fondo,
avevi la tua famiglia, il lavoro e mille altri impegni. Ma sì, domani le
avresti semplicemente proposto di trasferirsi a vivere da te. Lei avrebbe
rifiutato, naturalmente, finché avesse avuto un briciolo di forza e di ragione
non avrebbe accettato. Poi avresti cercato di essere un po’ più calma, più
disponibile, di non perdere la pazienza ogni volta, ma adesso non ti potevi
rovinare il momento, stavi andando a ritirare la tua pelliccia nuova, regalo di
mamma per Natale e non vedevi l’ora di provartela. Un visone dorsato gold che
ti stava d’incanto. Che bello!
Il crampo al
piede, per quanto spinoso, come era venuto, così t’era passato.
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