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giovedì 12 marzo 2020

IL SENSO DELLA VITA

Nel giro di pochissimi giorni ci siamo ritrovati nostro malgrado catapultati in una situazione nuova, assurda, paradossale, inimmaginata e inimmaginabile. La vita ci sorprende sempre. Per fortuna a volte in positivo. Tutte le persone della mia generazione o solo un po' più grandi o più giovani, non si erano mai trovate in una condizione simile. Le guerre, i disastri, le carestie, le malattie, noi fortunati li abbiamo visti sempre e solo in tv, talvolta seccandoci. Terremoti, bombardamenti, epidemie, fame, esodi, tsunami, roba lontana anni luce. 

Un sentimento simile a quello che provo adesso l'ho avuto solo il 7 maggio del 1984. 
Ero al liceo, stavo a casa di mamma a studiare filosofia per l'interrogazione finale con Paola. Per fare una pausa più che per fame andammo nel tinello a fare merenda quando una vibrazione violenta del pavimento ci annunciò il terremoto. Le ante di vetro della cristalliera antica si spalancarono e caddero a terra tutte le tazze. Il lampadario oscillava fortemente e noi non sapevamo che fare. L'impulso era quello di precipitarci dalle scale ma sapevamo che era l'idea peggiore. 
La cosa si ripetè qualche giorno dopo. La preoccupazione in famiglia era che nonna Giuditta, di quasi 87 anni, restasse bloccata in casa senza riuscire a scendere e a mettersi in salvo. 
Il vecchio liceo venne chiuso e finimmo l'anno scolastico (e il successivo per il diploma) all'istituto delle scuole medie in via Maiella. 
Quell'evento mi destabilizzò così tanto da aver contribuito a scatenarmi un Basedow, una malattia autoimmunitaria che mia ha dato filo da torcere per anni e che ho risolto con un intervento chirurgico solo nel 1993. 
Cominciai allora a riflettere sulla caducità della vita, sulla fragilità dell'esistenza umana, sull'impotenza dell'uomo, ma ero troppo giovane e troppo imbottita dal perbenismo imperante per giungere al carpe diem
Però l'idea che tutto può accedere da un momento all'altro e che può modificare o distruggere le nostre vite, ha continuato a trapanarmi il cervello e ha trovato sfogo nelle mie tante poesie, centinaia ormai. E la conclusione, la conclusione qual è? 
E' che non ci sono regole, che è inutile fare troppi progetti e confidare nel futuro, è inutile anche farsi troppi problemi, tanto accade quel che deve accadere. 

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