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domenica 22 marzo 2020

LE MIE PRIGIONI

Giorno 14 di quarantena. Si va. 
Ho fatto la doccia e lavato i capelli. Chi mi conosce come una signora ordinata con i capelli sempre piastrati,
sappia che sono riccia, che ho un cesto di capelli in testa perlomeno 30x30.
Mi sono vestita (ho adottato un abbigliamento casual giorno-notte (horror!) fatto di fuseaux (adesso si chiamano leggings, lo so, ai tempi miei si chiamavano fuseaux e sappiano, le ragazzine, che li abbiamo messi noi matusa per prime negli anni "80-90) e felpa. Pratico e funzionale). 
Dopo aver letto e chattato e sentito la tv del cacchio (sì, del cacchio, voglio proprio dire così oggi, mai 'na gioia!), sono scesa nelle cucine reali. 

Oggi ho fatto una zuppa di pesce da urlo. 
Tutti si sono leccati i baffi. 
Ho tostato il pane al forno, per i tristi dietetici (Claudio) e ho fritto crostini in abbondante olio dorato per gli altri, ho salato e messo da parte.




Ho preso il tegame grande di terracotta e l'ho strofinato di aglio, ho aggiunto peperoncino e olio d'oliva di casa nostra e ho fatto soffriggere. Poi ho cominciato ad aggiungere il pesce
Ho fatto una zuppa alla Caboto, alla gaetana, con pesce senza spine, quello che abbiamo trovato nell'unica pescheria aperta. 
Ho  messo prima quello più tenace e poi il resto: totani, calamari, gamberi, cozze, vongole e qualche pezzetto di peperone. Ho irrorato con il prosecco che abbiamo aperto per fare aperitivo. Ho fatto evaporare, poi ho aggiunto i pomodorini e infine un po' di salsa. Squacquariava ben bene, allegamente. 
Il profumo riempiva la cucina. 
Sono andata a prendere mamma con la badante Alina, come sempre la domenica, contravvenendo ogni divieto. Mamma ha 92, da che si deve preservare? 
Meglio che sta con me e i ragazzi, ho pensato e deciso così. 
Abbiamo mangiato bene e gustato tutto, una pietanza facile da fare e davvero saporita, oltre che un po' diversa dal solito. 
Mentre gli altri pasteggiavano e bevevano ancora, col Bimby ho fatto 6 uova di gauffres o waffles o cialde, che poi ho servito con gelato alla nocciola; io ho aggiunto un po' di whisky, una squisitezza. 







Anche Alina è stata molto contenta, ha apprezzato tutto, ha detto che io sono brava (?) e che siamo una bella famiglia. 
Grazie Alina, ho pensato in cuor mio. 
Ho tanta considerazione di lei, mia coetanea, sola, lontana migliaia di chilometri dall'Ucraina, dai figli, dal nipotino, 24 ore su 24 chiusa in una casa estranea con una vecchia invalida. La vita è dura e per alcuni di più. 
Perchè?

Alla fine un bel caffè e Pietro ha riaccompagnato mamma a casa.  Per salutarla l'ho abbracciata con trasporto e lei mi ha detto "Giudì, prəparətə". Insomma, questa benedetta donna ha sempre il potere di farmi piangere, di mettere un velo grigio e pesante sulle cose. E' fatta così, non si può essere perfetti. Perchè per il resto lei lo è. L'abnegazione, la bontà, la prodigalità, il buon senso, il buon esempio, la virtù fatte persona. 
Difficile misurarsi con certi giganti morali. Tutti i miei li vedo così, babbo, mamma, Adriana, Iva e Umberto. Io mi sento una mosca di fronte a loro. 
Ma  reagisco e mi schermisco e scrivo e scrivo, cose serie, poesie, racconti, gialli e stupidaggini. 

Forza! Forza  Italia! Ce la dobbiamo fare. 
Lo scrivo ascoltando le note travolgenti toccanti vibranti patriottiche emozionanti di Va pensiero su Raiuno.
Mamma Rai, servizio pubblico di qualità. Grazie! 

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