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domenica 22 marzo 2020

OZIO E NOIA

L'ozio, direi la noia, hanno sempre fatto bene, soprattutto ai bambini che così inventano giochi e solleticano l'intelligenza. I latini parlavani di otium philosophicum
Ebbene, la noia libera la creatività, rende più produttivi e fa dare libero sfogo alle idee, insomma serve. 
Oggi giorno non capita quasi più di annoiarsi perchè abbiamo mille cose da fare: lavorare, fare la spesa, andare in palestra, andare nei centri commerciali a fare shopping, schiavi come siamo del consumismo, andare dall'estetista o dal parrucchiere, mangiare in pizzeria o al ristorante, fare una gita fuori porta o  un aperitivo, andare al bar a prendere il caffè, poi abbiamo il telefonino con mille contatti, app, social, giochi. 
Quindi non stiamo mai senza far niente anzi il tempo non ci basta mai. Tante di queste cose, quando io ero piccola, non si facevano. Le donne non andavano al bar, specie da sole.
Mia madre ad esempio non andava dall'estetista. Piuttosto nell'orto o a dar da mangiare alle galline, poi si siedeva e per riposare ricamava. Babbo
andava a scuola e poi leggeva il giornale o andava in campagna a fare i lavori di stagione. I miei fratelli studiavano o leggevano. Umberto, da maschietto, era più libero di noi femmine, e usciva con gli amici o andava a giocare a pallone. Io giocavo con le bambole, mi divertibo a fare i vestiti alla Barbie, a inventare storie, situazioni. A volte prendevo i cuscini e li mettevo sul mio letto, mi ci mettevo su, "a cassetta", e facevo finta di andare in carrozza, immaginavo di essere una ragazza povera che ne studiava una ogni giono per fare fortuna. A volte prendevo un posacenere  orribile, molto grande, alto, di legno e facevo finta che fosse un microfono. Scendevo sul pianerottolo delle scale e cantavo: Raffella Carrà, Orietta berti e via discorrendo. Altre volte, ero già più grande, mi chiudevo in camera e ballavo, qualsiasi cosa, specie il boogie-woogie e il rock and roll, ma avevo bisogno di un cavaliere e non avendolo mi aggiangiavo al nastro dell'avvolgibile. Fino quando una volta tirai troppo: io caddi a terra e il nastro si ruppe. Stanza al buio e cazziatone. 
Quel che voglio dire è che adesso queste cose non si fanno più perchè la nostra vita, le nostre giornate sono piene come un uovo. Finchè non è arrivato il Coronavirus e ci ha chiusi in casa H24 costringendoci a inventarci nuove cose per impiegare il tempo. 
Una cosa positiva per i ragazzi. Poverini, ricorderanno questo periodo triste della loro gioventù, un'epidemia insidiosa che ha interrotto la loro vita normale, bloccato i corsi scolastici e universitari, mandato a monte le gite e le feste, le uscite in gruppo e il mak 卄 100.
Però l'essere umano è adattabile e resiliente. Ci inventiamo di tutto e subito. Vedo i miei ragazzi seguire le lezioni on line, fare i compiti, studiare tutto il giorno e poi giocare felici tra loro, lavarsi e profumarsi in continuazione, giocare a pallone in giardino o in casa a Risiko, lisciare i gatto, sfidarsi in qualcosa, travestirsi, giocare a carte. Claudio Maria
CLAUDIO FA LA PIZZA
ad esempio ha deciso di farsi i capelli ricci (impossibile, li ha dritti e pesanti come spaghetti), mi ruba la spuma e se li scompiglia, fa le prove e oggi ne ha fatta un'altra delle sue: la barba per metà, a destra sì e a sinistra no. E' schivo, non è come me, e non si fa fotografare, anzi guai quando metto le sue foto sul blog. 

Mi divertono, mi distraggono, alleggeriscono i momenti pesanti. Quindi ben venga un po' di noia che fa vagare la mente e cercare nuove distrazioni meno passive. 
Un lato positivo di questo #iorestoacasa, sperando comunque passi presto. E oggi abbiamo un filo di speranza in più visto che i contagi e le morti sono stati inferiori a quelli di ieri. 

ALE HA FATTO GLI GNOCCHI




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