IO ROMEO, E TU?
Ascoltare la
professoressa Gabriella si era fatto pesante. Cominciai a guardare fuori dalla
finestra; un uccellino si era posato sul davanzale, picchiettava sulla soglia,
beccava qualcosa. Poi d'improvviso volò. Io lo seguii con lo sguardo e anche i
miei pensieri volarono via dall'aula.
“Oggi metto le
scarpette nuove, quelle coi tacchi. Le provo per la partitella sul campo
d'erba. Chissà come mi ci trovo... Ma mamma non mi manda se non finisco prima i
compiti. Mhm, farò inglese a ricreazione,
così oggi faccio prima, …”.
- Ragazzi, su,
un po' d'attenzione, tra poco c'è la ricreazione, vi farò uscire fuori in
giardino, adesso però state tranquilli.
Mentre la prof
ci richiamava all'ordine, bussarono alla porta. Era la preside che teneva per
mano una bambina che non avevamo mai visto a scuola.
- Ragazzi,
buongiorno, seduti seduti. Vi presento Afaf Faiza Bensalim. È la vostra nuova
compagna. Viene dal Marocco e parla solo francese. Ma voi l'aiuterete vero?
La preside presentò
la nuova alunna e l’affidò alla signora Gabriella che la condusse con dolcezza
al primo banco libero.
- Vieni cara, sapevano
del tuo arrivo. Je ne rappelle pas bien le francais, je l’ètudié à l’école
molti anni fa, ma tu imparerai presto l'italiano, con i tuoi nuovi compagni,
vero?
La nuova
arrivata polarizzò l'attenzione di tutti. Era piccola, scura, con i capelli un
po' spettinati, gli occhi grandissimi e neri, un po' lucidi. Aveva una
gonnellina di jeans e un dolcevita rosa
che le stava un po' largo.
- Su, chi di
voi studia francese? Chiedete qualcosa ad Afaf.
La ragazza capiva
a stento il nostro francese elementare, ma ci ripeté il suo nome e ci disse che
veniva da un paesino vicino Casablanca, che i suoi genitori cercavano lavoro in
Italia e che erano arrivati dieci giorni prima, che aveva una sorella più
piccola e due fratelli più grandi, tutti insieme qui in Italia.
“Chissà, pensai,
sarebbe diventata la beniamina della professoressa di francese, che era sempre
scontenta di noi e lamentava eterno mal di testa, tanto che l'avevamo
soprannominata Moment".
Finita la
ricreazione all'aria aperta, rientrando in classe, prendemmo posto ai nostri
banchi. La professoressa ci disse che aveva per noi un grande progetto.
Alla festa di
primavera, che la nostra scuola, intitolata a San Benedetto, organizzava ogni
anno, avremmo rappresentato un'edizione riadattata di Romeo e Giulietta.
- Ecco,
Eleonora, distribuisci agli amici le dispense. C'è il riassunto di questa
famosa tragedia scritta dal grande William Shakespeare alla fine del
cinquecento, in Inghilterra. Leggetele. Domani vi darò le parti rifatte per voi
ragazzi. Ognuno imparerà i vari ruoli. Poi
sabato faremo le prove e sceglieremo tutti insieme chi sarà Romeo e chi
Giulietta, chi farà il principe, il conte e la moglie, chi sarà padre Lorenzo, chi
Mercuzio, chi Tebaldo. Sarà bellissimo, vedrete. Ci divertiremo. Tutti quelli
che non reciteranno, canteranno nel coro o aiuteranno a preparare le scene e i
costumi.
Il giorno
successivo, a scuola le ragazze manifestarono tutto il loro entusiasmo per lo
spettacolo. Ognuna di loro sperava di essere scelta per il ruolo di Giulietta. A
noi maschi, invece, non interessava un granché la cosa. Avevamo voglia di
partecipare alle prove, anche solo del coro, per sottrarci a più lezioni
possibile.
- Ragazzi,
allora questi sono i copioni. Claudio Maria, vieni qui. Ecco tutte le parti per
i ruoli maschili. Distribuiscile ai compagni. E tu, Maristella, prendi i copioni
femminili e consegnarli alle ragazze.
- Anche ad Afaf?
- Certo, si
tratta di imparare le battute a memoria. Le sarà utile per la pronuncia. Allora
mi raccomando, impegnatevi. Sabato le prove. Avrà la parte che reciterà meglio
le battute e metterà più espressione nella prova. Qui non conta chi è più bravo,
chi scrive meglio o ci sa fare con la
matematica. E’ un gioco. Metterete alla prova altre capacità, la spigliatezza,
la memoria, la fantasia. Afaf, tu resterai a scuola un paio d'ore in più nel pomeriggio, questa
settimana. La professoressa Lina ti aiuterà con la pronuncia e la comprensione
dei testi, così potrei dare giusta intonazione.
La settimana
volò. Sabato mattina, alle 10, tutte le
classi confluirono nell'aula magna. I professori si divisero in gruppetti e cominciarono
a chiamarci uno ad uno per sentirci recitare. Io me la cavai piuttosto bene.
Aveva piovuto tutta la settimana e non ero potuto andare a giocare a pallone. Allora tra una partitella a Fifa 2013 alla Play
e un po’ di tv avevo memorizzato le
parti. Specie quella di Romeo che era la più interessante. Se mi avessero preso
avrei saltato quasi tutte le ore di matematica per un mese. Quella di padre
Lorenzo, però, non mi era entrata troppo bene in testa. Forse perché non mi
piacciono troppo i preti...
Alla fine dei
provini, ci lasciarono un po' in pace ed avemmo il tempo di riaccendere i telefonini
e stare su Ask. Avevamo creato una pagina tutta nostra, intitolata a quelli
della I E.
Poi la preside
richiamò l'attenzione di tutti, ci fece mettere a sedere, chi sulle sedie, chi
a terra a gambe incrociate e ci parlò.
- Ragazzi,
abbiamo esattamente un mese per preparare il nostro spettacolo. Verranno a
vederlo tante persone importanti. E’ la nostra festa, la vostra festa, in onore
di San Benedetto e della primavera che ritorna. Verrà a vedermi il sindaco e, forse,
anche l'Abate. Ci teniamo a fare una bella figura. Le scelte sono state
difficili, ma abbiamo deciso. Però faremo dei cambiamenti. I nostri Romeo e
Giulietta non saranno più quelli di Verona di tanti e tanti anni fa, ma due
ragazzi dei giorni nostri che si innamorano qui a Cassino. Così non avremo neanche il problema
dei costumi. E poi i balletti vi piaceranno anche di più. Le professoresse
d'italiano si occuperanno di modificare un po' la storia per renderla più
attuale. Allora sentite un po' e ditemi che cosa ne pensate. Lorenzo Ricci vieni qui, tu sarai il conte
Paride. Francesco Galeazzo vieni. Sarai Lord Capuleti. E tu, Maurizio Ferrino,
da oggi sei niente meno che il Principe. Voi due, i gemelli, Antonio e Rocco Perrone,
Mercuzio e Tebaldo. Andrea, Andrea Cappelli,
vieni qui. Pensavi di essertela scampata, eh? Invece, no. Sei padre Lorenzo e
vacci piano con le confessioni. E tu, Claudio Maria avvicinati. Sì, proprio tu,
appendi per un mese scarpette e pallone al chiodo, sarai il nostro Romeo Montecchi. Felice?
Diventai rosso
come un peperone, credo, mentre gli amici facevano un coro di bu per incitarmi.
- E sì,
preside, grazie, mi piace, mi piace l'idea, ma non so se ce la farò…
Certo che ce la farai. Sei tanto
bravo a giocare a pallone, ma a scuola si viene proprio per imparare a fare un
po’ di tutto, anche quello che apparentemente non fa per noi.
Adesso tocca alle ragazze.
Vediamo, vediamo un po’, chi sarà la tua Giulietta?
Guardai dietro di me. Eleonora e
Carlotta avevano studiato così bene la parte, ci tenevano da morire. O forse Lucrezia?
- Sarà una sorpresa per tutti voi. La nostra Giulietta
è Afaf Faiza Bensalim. Questa bella storia, immortale, per non sarà una tragedia, ma una commedia,
con tanto di lieto fine, sarà un elogio alla
diversità e all'integrazione e il finale sarà un po' diverso da quello vero. La
polverina che prenderanno i due fidanzati sarà solo un forte sonnifero e non un
veleno. Ed ora all’opera e buon lavoro a
tutti!!!
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